Un contributo per mettere in atto interventi più efficaci arriva da una ricerca teorica su
come la vorticità si possa sviluppare all’interno di un mezzo poroso, i cui risultati sono
stati pubblicati nelle scorse settimane sulla rivista scientifica “Proceedings of Royal Society A” (titolo dell’articolo: “Impatto della struttura spaziale del campo di conducibilità idraulica sulla vorticità in flussi tridimensionali”). Tra gli autori Alberto Bellin, professore ordinario di Costruzioni idrauliche marittime e Idrologia al Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica DICAM dell’Università di Trento.
“Dalla nostra ricerca – spiega Alberto Bellin – emerge che le caratteristiche cinematiche, e in particolare la vorticità, influenzano la forma delle nuvole di soluti e il loro destino, quindi la possibilità di bonificare gli acquiferi contaminati. Facilitare il mescolamento dei reagenti con i contaminanti disciolti nell’acqua aumenta infatti l’efficacia dei trattamenti. Moto e vorticità dipendono dalla conformazione dell’acquifero, ma possono anche essere indotti come, ad esempio, con sistemi di pompaggio”.
“L’acqua – riprende Bellin – si muove molto lentamente perché obbligata a rimanere in spazi angusti all’interno dei pori del suolo per cui eventuali reagenti inseriti mediante pozzi si mescolano con difficoltà con gli inquinati e quindi sono scarsamente efficaci. La vorticità indotta dalla conformazione disuniforme dei pori o da ‘forzanti’ esterne però può facilitare il mescolamento rendendo l’intervento più efficace”.