La Strategia italiana per la Bioeconomia è promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sono coinvolti nella definizione e nell’attuazione della Strategia: il Ministero per lo Sviluppo Economico (co-coordinamento), il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, la Conferenza delle Regioni italiane, l’Agenzia per la Coesione Territoriale e i Cluster tecnologici nazionali della chimica verde (SPRING) e del settore agro-alimentare (CLAN).
La Bioeconomia si riferisce alla produzione sostenibile di risorse biologiche rinnovabili e alla conversione di tali risorse e dei flussi di rifiuti/scarti in prodotti industriali a valore aggiunto, quali alimenti, mangimi, prodotti a base biologica, bioenergia.
La Strategia offre una visione condivisa delle opportunità e delle sfide ambientali, economiche, sociali e di cooperazione internazionale, connesse allo sviluppo di una Bioeconomia italiana radicata nel territorio.
La Strategia rientra nei processi di attuazione della Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente ed in particolare delle sue aree tematiche “Salute, Alimentazione e Qualità della vita” e “Industria intelligente e sostenibile, Energia e Ambiente” ed è in sinergia con la Strategia Nazionale italiana per lo Sviluppo Sostenibile ed i relativi principi, volti a garantire la “riconciliazione” tra sostenibilità ambientale e crescita economica.
Le priorità sono:
– Passare dai “settori” ai “sistemi”
– Creare “valore a partire dalla biodiversità locale e dalla circolarità”
– Passare dall’ “economia” all’ “economia sostenibile”
– Passare dall’ “idea” alla “realtà”
– Promuovere la Bioeconomia nell’area del Mediterraneo
L’obiettivo è quello di aumentare l’attuale produzione della bioeconomia italiana (circa 250 miliardi di euro/anno) ed il livello di occupazione (circa 1,7 milioni) del 20% entro il 2030.