Segnali poco incoraggianti anche di fronte alla cronicità dei crimini di natura che colpiscono in Italia ancora specie simbolo come lupi, orsi, uccelli rapaci e persino animali quasi scomparsi come gli ibis eremita. Sulla strategia nazionale di decarbonizzazione il WWF evidenzia che l’Italia è ancora ai primi passi, mentre lo sviluppo delle energie rinnovabili continua ad essere una corsa ad ostacoli.
Il 2016 ha segnato per il WWF anche un traguardo molto importante, quello dei 50 anni dalla sua fondazione in Italia. Per onorare il cinquantenario i vertici dell’Associazione hanno interloquito con il Pontefice, papa Francesco, e con le tre più alte cariche dello Stato, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Presidente del Senato Pietro Grasso e la Presidente della Camera Laura Boldrini.
Durante le celebrazioni del 12 febbraio 2016 al Senato, che hanno visto la partecipazione della presidente del WWF internazionale Yolanda Kakabadse e della presidente del WWF Italia Donatella Bianchi, si sono affrontati in particolare i temi legati all’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile.
Nell’incontro di luglio con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il confrontato è stato sulla lotta ai cambiamenti climatici, sulla “Emergenza Mediterraneo” (antropizzazione della fascia costiera e sovrasfruttamento degli stock ittici) e sulla necessità di dare il giusto valore al capitale naturale attraverso l’istituzione del comitato inter-istituzionale previsto dalla legge n. 221/2015 (collegato alle Legge di Stabilità 2014).
Durante le celebrazioni di chiusura a ottobre presso Montecitorio, è stato presentato il rapporto biennale sullo stato di salute del Pianeta “Living Planet Report 2016”. Documento che riassume tutto il senso dell’urgenza che il WWF ha voluto rappresentare alle istituzioni ricordando come in meno di 5 anni (entro il 2020) il pianeta rischia di perdere il 67% della popolazione globale di specie vegetali e animali, mentre tra il 1970 e il 2012 le popolazioni globali di pesci, uccelli, mammiferi, anfibi e rettili si sono ridotte del 58%.