Se ne è parlato il 20 marzo 2017 nel corso del seminario “Industria 4.0. Sicurezza & Innovazione tecnologica Progetto SISOM – Sistemi Intelligenti Sicurezza Operatore Macchina. Sviluppi futuri” in cui sono stati presentati i risultati del progetto di ricerca realizzato dall’INAIL insieme a Università della Calabria, Università di Genova, Università di Parma-Cerit e Università di Pisa.
Tra le soluzioni proposte dal progetto per fare formazione con le nuove tecnologie, è stata presentata la sperimentazione condotta per le attività di manutenzione ordinaria su una macchina per la spremitura di pomodori, scelta perché usata in genere da lavoratori stagionali non adeguatamente addestrati a lavorare in modo sicuro. Per il caso specifico, oltre al rischio meccanico, che può produrre ferite da taglio, i lavoratori sono esposti anche al rischio di ustioni, perché la macchina raggiunge temperature molto elevate. Con tecniche di realtà aumentata, viene simulato lo scenario di potenziale rischio, utilizzando tablet, smartphone, occhiali 3D ed elmetti con visore 3D. Sono dotazioni, queste, che permettono al lavoratore di essere guidato ad un approccio conforme all’uso corretto nelle attività operative o manutentive sulle attrezzature di lavoro, evitando comportamenti rischiosi.
La strumentazione è dotata anche dell’assistente personale Sophos-ms, basata su sistemi interattivi: al tablet possono essere rivolte domande e il tablet – addestrato con tecniche di intelligenza artificiale – risponde. L’assistente non è, quindi, una semplice voce registrata, ma anzi interagisce con l’operatore sostenendolo in sicurezza nelle attività di lavoro. È un elemento in più di formazione attiva e in azione: una formazione 4.0, che, come sottolineato dal direttore del Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (Dit), Carlo De Petris, “è necessaria perché se il terreno di lavoro è tecnologico, la stessa tecnologia deve essere usata per praticare sicurezza nei luoghi di lavoro”.
“Il nostro obiettivo è quello di utilizzare sistemi intelligenti per la sicurezza degli operatori” spiega Luciano Di Donato, responsabile del laboratorio macchine e attrezzature di lavoro del Dit che ha realizzato il progetto “e le soluzioni proposte nel seminario coprono le situazioni più critiche e comuni dell’interazione uomo-macchina negli impianti industriali. Per esempio le attività di manutenzione e regolazione delle macchine e degli insiemi di macchine – in questi ultimi concorrono dimensioni importanti anche oltre i 100 metri – che rendono più difficile il rilevamento dell’operatore, la necessità di scongiurare sin dalla progettazione l’uso scorretto ragionevolmente prevedibile di un macchinario, il rischio potenziale per chi lavora in ambienti confinati, la neutralizzazione dei sistemi di sicurezza e la gestione in sicurezza degli accessi a zone di pericolo”. Ulteriori applicazioni del progetto riguardano la manutenzione in generale, i livelli di monitoraggio della produttività e l’organizzazione della produzione.