Il 2016 segna il ritorno di una positiva tendenza al ribasso dopo due anni di stasi; negli ultimi sei anni il numero delle vittime della strada si è ridotto del 19%. Benché incoraggiante, questo ritmo potrebbe essere insufficiente se l’UE vuole raggiungere l’obiettivo di dimezzare il numero di vittime della strada tra il 2010 e il 2020. Ciò impone di intensificare gli sforzi di tutte le parti interessate e in particolare quelli delle autorità nazionali e locali, responsabili della maggior parte degli interventi quotidiani, come l’applicazione delle norme e la sensibilizzazione.
Violeta Bulc, Commissaria per i Trasporti, ha dichiarato: “Le statistiche odierne indicano un miglioramento, che dobbiamo portare avanti. Ma non sono i numeri a preoccuparmi: ciò che mi sta più a cuore sono le vite perse e le famiglie delle vittime. Proprio oggi altre 70 persone moriranno sulle strade dell’UE e un numero cinque volte più alto subirà ferite gravi. Invito tutte le parti interessate a intensificare gli sforzi in modo da raggiungere l’obiettivo di dimezzare il numero delle vittime della strada tra il 2010 e il 2020“.
La probabilità di morire in un incidente stradale varia da uno Stato membro all’altro. Sebbene il divario si riduca di anno in anno, chi vive in uno degli Stati membri con il più alto tasso di mortalità ha ancora più del triplo delle probabilità di rimanere vittima di un incidente stradale rispetto a chi vive in uno dei paesi con il tasso più basso.
Il 2016 è stato inoltre il primo anno per il quale la Commissione ha pubblicato i dati relativi agli incidenti stradali gravi in base a una nuova definizione comune. Sulla base di questi dati, provenienti da 16 Stati membri che rappresentano l’80% della popolazione dell’UE, la Commissione stima che in tutta l’UE siano rimaste gravemente ferite 135.000 persone. Gli utenti vulnerabili della strada, quali pedoni, ciclisti e motociclisti, rappresentano una quota consistente dei feriti gravi.