La cucina è l’ambiente della casa nel quale avviene il 63% degli incidenti. Le altre stanze della casa sembrano essere decisamente più “sicure”: in camera da letto dove si verifica il 10% degli incidente, in soggiorno il 9% e sulle scale l’8%. Un altro 8% degli incidenti delle casalinghe avviene in bagno, generalmente a seguito di caduta sulle superfici scivolose dei sanitari e del pavimento.
Quali sono le conseguenze di questi eventi? Principalmente lesioni come le fratture (36%), seguono, con il 18,5%, le ustioni, provocate in genere da pentole, fornelli, ferro da stiro, olio bollente o acqua/vapore bollente. Le ferite da taglio o punta causate da coltelli o altri oggetti taglienti presenti in casa, rappresentano il 15% degli incidenti occorsi alle casalinghe (circa 90.000 casi l’anno).
Dato l’alto numero di soggetti coinvolti negli infortuni domestici e tenendo conto anche della conseguenze piuttosto gravi che in alcuni casi questi possono lasciare, la Legge 493/1999, entrata in vigore l’1 marzo 2001, ha istituito l’assicurazione contro gli infortuni in ambito domestico, meglio conosciuta come “assicurazione casalinghe”. È la prima legge in materia in Europa e rappresenta una grande conquista per le donne italiane in quanto finalmente viene riconosciuto al lavoro domestico un valore economico oltre che sociale.
Fino al 3 dicembre 2018, la polizza costava 12,91 euro l’anno e garantiva alle casalinghe (ma anche ai casalinghi) una rendita vitalizia di invalidità permanente per infortuni di grado superiore al 26%. L’importo della rendita oscillava da un minimo di 196,50 euro mensili per un’invalidità del 27%, ad un massimo di 1.364,50 euro per il 100%. In caso di infortunio mortale era prevista una rendita mensile pari a 682,20 euro per il coniuge e a 272,90 per ciascun orfano.
Sebbene la Legge abbia molti meriti e riconosca dignità e tutela al valore domestico, molte sono state negli anni le manifestazioni di insoddisfazione da parte dell’utenza che riteneva basso il limite di età fissato dalla legge a 65 anni, che escludeva in pratica i soggetti più fragili, ma soprattutto per la soglia di invalidità (27%) ritenuta troppo elevata.
Sotto la pressione di questi forti segnali ed anche a seguito delle reiterate richieste da parte di varie Associazioni (tra cui l’ANMIL), il sistema di tutela previsto dall’assicurazione casalinghe è stata migliorato dalla recentissima Legge di bilancio 2019 che ha innalzato il limite di età da 65 a 67 anni e abbassato il grado minimo dal 27 al 16%, prevedendo anche un piccolo indennizzo una tantum per gli infortuni tra 6 e il 15%.
Nonostante questi i miglioramenti alla normativa, che consentiranno ad una platea più ampia di donne di accedere alla tutela assicurativa offerta dall’INAIL e di ottenere, nel caso subiscano un evento infortunistico, prestazioni migliori e più efficaci, sarebbe estremamente importante poter estendere la tutela assicurativa per il lavoro domestico anche alle donne che siano già assicurate presso altre forme di tutela sociale obbligatoria.