Formazione e addestramento, idoneità psico-fisica allo svolgimento della mansione, diligenza del buon padre di famiglia.
di Stefano Degortes
L’anno in corso, per le ragioni che ben conosciamo, ha visto molti di noi trascorrere le vacanze estive, lunghe o brevi che fossero, presso località dell’italica penisola, molte delle quali per troppo tempo dimenticate o non sufficientemente considerate.
Ricordo l’emozionante e misteriosa visita al Nuraghe di Santu Antine di Torralba in Sardegna, terra dei miei nonni e di mio padre. Il suo grandioso mastio centrale, si innalza ancora per 17 metri e si stima che in origine potesse arrivare a 24. All’incirca come un moderno palazzo di 7 piani, costruito però oltre 3500 anni fa! Come non interrogarsi su quali fossero le tecniche che consentirono di issare massi di quelle dimensioni, l’un sull’altro, fino a quelle altezze? E come non pensare a chissà quante schiene e vite spezzate in quelle barbare lavorazioni? E certamente domande simili ce le poniamo ogni qualvolta ci troviamo di fronte alle maestose opere architettoniche e ingegneristiche del passato, civili o religiose che siano.
Ben più vantaggiosa è la situazione attuale, in cui possiamo disporre, per le odierne necessità costruttive, di macchine e attrezzature formidabili, al punto che, anche di fronte alle più ardite realizzazioni infrastrutturali, agli aerei e “leggerissimi” viadotti, alle più grandiose gallerie, spesso ci stupiamo di meno, ci emozioniamo di meno e non ci interroghiamo più di tanto. Così come ben diversa e molto più salvaguardata è la salute e la sicurezza dei lavoratori che operano quotidianamente a bordo di quelle macchine. La questione però, non è purtroppo risolta e non siamo certamente nelle condizioni di poter abbassare la guardia.
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