Facendo propria la strategia UE, al fine di prevenire gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, la Sovrintendenza Sanitaria Centrale dell’INAIL ha intrapreso un lavoro mirato a migliorare la raccolta dei dati, sviluppare la base delle informazioni, con particolare riguardo ai rischi e ai danni da lavoro.
L’attenzione nell’anno 2021 si è focalizzata sulle patologie muscoloscheletriche del rachide che, attraverso la lettura integrata di informazioni sulle denunce, sui rischi e danni conseguenti ha portato ad elaborare mappe di danno e di rischio in specifici settori lavorativi, in territori localizzati, evidenziando fenomeni meritevoli di attenzione e per i quali si sono prospettate azioni di miglioramento in ambito preventivo e di tutela indennitaria del lavoratore.
PROGETTO MAPPE DI RISCHIO
INTRODUZIONE
Nell’ultimo decennio, il tessuto produttivo del nostro paese ha subito, soprattutto in ragione della prolungata crisi economica, una metamorfosi radicale. È aumentato il lavoro dipendente, con incidenza relativa elevata dei rapporti di lavoro a tempo determinato e degli impieghi a tempo parziale; si sono ampiamente diffuse tipologie di contratto flessibile; l’età e l’istruzione media degli occupati è cresciuta; è aumentata l’occupazione femminile e di cittadini stranieri; si è amplificata la già notevole frammentazione del panorama datoriale in imprese medio-piccole (PMI).
In questo quadro generale, il fenomeno degli infortuni e delle malattie professionali continua a rappresentare un grave onere per i costi sociali enormi, sia in termini di perdita di salute e di vite umane, che in termini economici.
L’International Labour Offi ce (ILO) afferma che, nel mondo, ben l’80% circa delle morti collegate al lavoro sono da attribuire a malattie e solo il 20% a infortuni (https://www.ilo.org/global/about-the-ilo/newsroom/news/
WCMS_819803/lang–fr/index.htm). Tra le più gravi, naturalmente, vi sono le neoplasie professionali, ma le più diffuse e frequenti, trasversali a più settori produttivi, sono le malattie dell’apparato muscolo scheletrico (MSK), per lo più correlate a condizioni di sovraccarico biomeccanico lavorativo. Prevenire l’esposizione ai fattori di rischio che contribuiscono ai Disturbi Muscoloscheletrici lavoro correlati appare dunque cruciale per la sostenibilità del lavoro, soprattutto nel contesto dell’invecchiamento della forza lavoro e dell’obiettivo politico di aumentare i tassi di occupazione tra le fasce d’età più anziane.
Tale approccio è suggerito da tempo anche dal National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH) che ha lanciato il programma Total Worker Health (TWH), definito dall’insieme di politiche, programmi e pratiche che integrano la prevenzione dai rischi per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro con la promozione delle azioni di prevenzione di danni acuti e cronici, a favore di un più ampio benessere del lavoratore.
Nell’Unione Europea, la Strategia europea 2014-20204 definisce le sfide fondamentali comuni a tutti i Paesi, che richiedono specifiche iniziative.
Tra gli obiettivi strategici, evidenziamo:
1. Migliorare la prevenzione delle malattie legate al lavoro affrontando i rischi attuali, nuovi ed emergenti;
2. Migliorare la raccolta dei dati statistici e sviluppo della base di informazioni.
In Italia, il lavoro portato avanti dai Piani nazionali di Prevenzione, di cui l’ultimo riguarda il quinquennio 2020-2025, si innesta nel solco tracciato dalle linee guida europee. Centrale è l’esigenza di perfezionamento dei sistemi e degli strumenti di conoscenza dei rischi e dei danni da lavoro, allo scopo di programmare interventi di prevenzione promozione, assistenza e controllo in ragione delle esigenze dettate dalle evidenze epidemiologiche, dal contesto socio-occupazionale e dall’analisi territoriale. A livello regionale e locale viene enfatizzata la necessità di “…consolidare e strutturare più capillarmente i Piani di prevenzione tematici (Piano nazionale edilizia, Piano nazionale agricoltura, Piano nazionale patologie da sovraccarico biomeccanico, Piano nazionale stress lavoro correlato, Piano nazionale cancerogeni occupazionali e tumori professionali)”.
Fonte: INAIL