Parte il progetto VERDEinMED per ridurre i rifiuti tessili nell’area del Mediterraneo

VERDEinMED è un progetto del programma Interreg Euro-MED Innovative Sustainable Economy Mission che affronta il tema dell’economia circolare e riunisce 10 partner e 15 entità associate tra centri di ricerca, aziende, organizzazioni non governative, pubbliche amministrazioni, cluster e cooperative con il coinvolgimento complessivo di 11 Paesi. Nel corso di 33 mesi, i partner svilupperanno strumenti per facilitare la transizione verso la circolarità e la sostenibilità nel settore tessile e dell’abbigliamento, affrontando aspetti critici come le tecniche di produzione industriale, le abitudini di consumo e le opzioni di riuso e riciclo.

 

12,6 milioni di tonnellate di rifiuti tessili all’anno prodotti in Europa, di cui 5,2 milioni, pari a 12 kg per persona, sono prodotti da abbigliamento e calzature.
I cittadini europei generano 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti tessili all’anno (dati dell’Unione Europea), di cui solo il 22% viene raccolto per il riutilizzo o il riciclo e l’industria tessile rappresenta la seconda industria più inquinante dopo l’industria petrolifera (dati Nazioni Unite) oltre a consumare grandi quantità di acqua.

Per questo motivo, il progetto europeo VERDEinMED “PreVEnting and ReDucing the tExtiles waste mountain in the MED area”, ha iniziato il suo lavoro per ridurre i rifiuti tessili nella regione mediterranea. L’iniziativa è cofinanziata con quasi 3 milioni di euro dal programma Interreg Euro-MED dell’UE.
Modificare, riparare, scambiare, vendere o donare sono alternative valide e possibili. Sicuramente un cambio di passo e un consumo più critico risulta necessario come prima azione per prevenire i rifiuti, ma soprattutto, dare una seconda vita ai prodotti tessili e all’abbigliamento preferendo acquisti di seconda mano, è un comportamento virtuoso e di responsabilità nei confronti dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori quasi quanto la prevenzione (per far riferimento alla gerarchia europea dei rifiuti).

Solo in Italia nel 2022 sono state raccolte in modo differenziato 160.000 tonnellate di abiti: circa 500 milioni di vestiti, in parte riusabili, in parte riciclabili, in parte da smaltire.
Il consumo di prodotti tessili in Europa si trova al quarto posto per l’impatto sull’ambiente e sui cambiamenti climatici. Lungo tutta la filiera, dalla produzione alla distribuzione fino al fine vita, si stima che la produzione tessile sia responsabile del 20 per cento dell’inquinamento globale dell’acqua potabile a causa dei processi a cui i prodotti vanno incontro, come la tintura e la finitura, e che il lavaggio di capi sintetici rilasci ogni anno 0,5 milioni di tonnellate di microfibre nei mari.

VERDEinMED dedicherà i suoi sforzi all’industria tessile, supportando l’adozione di processi e tecnologie incentrati sull’economia circolare. In linea con la direttiva quadro sui rifiuti, che impone la raccolta differenziata dei prodotti tessili entro il 2025, e con la strategia dell’UE per i tessuti sostenibili e circolari, il progetto mira a creare un modello innovativo di modelli di produzione e consumo. Pertanto, VERDEinMED cercherà un impatto positivo sulla società, l’ambiente e l’economia proponendo processi efficienti in termini di costi e risorse.

Inoltre, i Paesi del Mediterraneo affrontano la sfida comune della scarsità d’acqua, quindi, il progetto si concentrerà sul miglioramento della sostenibilità della catena del valore del tessile e dell’abbigliamento, promuovendo un migliore utilizzo delle risorse e riducendo complessivamente la sua impronta di carbonio.

Fonte: Forum Terzo Settore

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