A venti anni dal disastro nucleare di Chernobyl

Venti anni orsono, nella notte del 26 aprile 1986, un incidente alla centrale nucleare di Chernobyl causò uno fra i peggiori disastri del nucleare civile della storia contemporanea. Circa 9 milioni di persone furono colpite, centinaia di migliaia gli evacuati non sono più tornati nelle loro case, migliaia di bambini stanno tuttora vivendo in aree fortemente contaminate. Molte le iniziative per ricordare il tragico evento.

Era il 26 aprile del 1986 quando il quarto blocco della centrale nucleare di Chernobyl in Ucraina esplose. Da quel giorno il nome di una tranquilla cittadina è diventato sinonimo – come ha scritto Legambiente – di uno dei più gravi disastri ambientali della storia, dimostrando al mondo che il nucleare è una fonte di energia molto pericolosa.
Il fall-out radioattivo interessò oltre 150.000 chilometri quadrati di territorio tra Biolorussia, Ucraina e Russia coinvolgendo circa 9 milioni di persone. In molte regioni, soprattutto in Bielorussia la popolazione vive ancora oggi a livelli di radioattività esorbitanti. La centrale di Cernobyl ha cessato la sua attività nel dicembre 2000, ma ancora non è stato realizzato nessun intervento di messa in sicurezza e il sarcofago che copre i resti del reattore presenta gravi segni di cedimento.
Solo nel 1993, l’Agenzia internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), riconosceva i difetti progettuali del reattore tipo RBMK, e le carenze nella sua gestione, cancellando l’ipotesi del cd. “errore umano” come causa dell’incendio.
L’incidente fu causato durante un test effettuato per dimostrare che in caso di emergenza, nei tre minuti richiesti per azionare il generatore diesel, l’energia immagazzinata in un generatore turbo era sufficiente ad azionare il sistema di raffreddamento d’emergenza.
E’ stato stimato che il rilascio di radioattività del reattore n.4 di Chernobyl sia stato circa 200 volte superiore alle esplosioni di Hiroshima e Nagasaky messe insieme. Ma sulla quantità effettiva di radioattività vi sono stime molto incerte. La maggior parte delle fonti ufficiali la stimava in 50 MegaCurie (gas nobili esclusi); recentemente l’agenzia nucleare dell’OCSE ha valutato una emissione pari 4 volte questa quantità.
E a quasi venti anni dal referendum svoltosi in Italia, che ha decretato la fine del nucleare in Italia, c’è chi vorrebbe reintrodurlo, anziché mettere mano a una seria politica energetica basata sulle rinnovabili.
Per ricordare i venti anni trascorsi da quella tragica data del 26 aprile 1986, le associazioni ambientaliste, ma anche molti enti locali, stanno organizzando manifestazioni di vario genere in tutta Italia, come incontri, convegni, progetti, pubblicazioni e mostre.. Particolarmente attive Legambiente e Greenpeace che, fra l’altro, per il 19 aprile hanno organizzato un convegno internazionale su “Chernobyl vent’anni dopo -Per un futuro sostenibile e senza nucleare”, che si svolgerà nella Sala della Protomoteca del Campidoglio a Roma, alla presenza del Sindaco di Roma e dei Presidenti di Legambiente e Greenpeace, dove si parlerà delle conseguenze mediche del disastro, del nucleare nel mondo e delle alternative a questa pericolosa fonte energetica.
Nel link riportiamo alcuni commenti relativi al tragico evento.

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