Codice Pari Opportunità: governo approva il 6 aprile – Critiche dai Sindacati

Approvato dal Governo il 6 aprile 2006. Critiche da CGIL, CISL, UIL e UGL. Il testo è in attesa di pubblicazione sulla G.U.

In “via di perfezionamento” la firma del Presidente della Repubblica al “Codice per le pari opportunità uomo-donna”, approvato dal Governo il 6 aprile 2006, nonostante le critiche e le richieste di modifica da parte dei Sindacati.

Note CGIL-CISL-UIL sul progetto di Codice delle pari opportunità tra uomo e donna.
La legge 28 novembre 2005, n. 246 intitolata Semplificazione e riassetto normativo per l’anno 2005 (GU n. 280 del 1° dicembre 2005), contiene la delega del progetto governativo di riassetto della pari opportunità. In base all’art. 6 è stato presentato un progetto governativo di parziale riassetto con il nome di Codice delle pari opportunità tra uomo e donna. Le seguenti note sono state redatte sulla base di una prima lettura del progetto, che richiederebbe ulteriori approfondimenti ma è già sufficiente a far sorgere una serie di perplessità che pare doveroso segnalare, con l’auspicio dell’accantonamento di un progetto formulato quanto meno frettolosamente.

Pubblichiamo, altresì, il testo della lettera inviata da CGIl, CISL, UIL e UGL alla Ministra Stefania Prestigiacomo in merito al “Codice per le pari opportunità uomo-donna” da Lei stessa posto all’esame del Comitato di Parità del Ministero del Lavoro il 23 dicembre 2005.

On. Stefania Prestigiacomo
Ministra per le Pari Opportunità
Largo Chigi 19 – Roma

On. Signora Ministra,

lo scorso 10 gennaio le scriventi organizzazioni sindacali, presenti all’interno del Comitato Nazionale di Parità del Ministero del Lavoro, hanno preso visione del Codice per le pari opportunità trasmesso dal Suo Dicastero ed invitate a esprimere un parere, dichiarano la loro perplessità per un testo che sicuramente necessita di approfondimenti e considerazioni di merito ma anche di metodo.

Diciamo subito che pur essendo assolutamente convinte che nell’ambito del contesto normativo comunitario sia necessario il riordino e l’unificazione di tutta la materia relativa alle pari opportunità, tuttavia, e per noi ciò diviene una questione di metodo, il percorso non può essere intrapreso senza preventivamente sentire le opinioni delle parti sociali direttamente interessate e competenti.

È un percorso che necessita degli opportuni approfondimenti per i quali occorre tempo e riflessione e la scadenza fissata per le osservazioni (entro il 6 gennaio 2006, e dunque siamo già fuori limite) sicuramente non favorisce un giudizio adeguato.

In particolare, e questa è una considerazione di merito, riteniamo il testo assolutamente insufficiente a rappresentare ciò che noi intendiamo per pari opportunità e per tutto ciò che nel corso di anni abbiamo difeso e chiesto come rappresentanti delle lavoratrici. L’idea che possano essere abrogati articoli e articolati di legge che sono per noi la base per la costruzione di una società più equa per le donne (legge 903, legge 125, legge 215, legge 196), senza che le parti più direttamente interessate e competenti in materia giuslavoristica siano istituzionalmente coinvolte, ci lascia sgomente e ci preoccupa grandemente.

Il testo attuale, infatti, risulta essere approssimativo e confuso nella stessa razionalizzazione normativa, ammesso che si tratti almeno di questo, e soprattutto non sono più chiare le finalità legislative in materia di pari opportunità rispetto agli strumenti per attuarle.

Il nostro giudizio sul testo da Lei inviato è dunque negativo, Le chiediamo pertanto un incontro urgente per discutere nel merito.

Cordialmente.

CGIL (A. Giraldi)
CISL (A. Parente)
UIL (N. Nisi)
e UGL (Y. Cagliari)

Roma, 17 gennaio 2006

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