Pubblicato il primo “Atlante delle disuguaglianze sociali nell’uso dei farmaci per la cura delle principali malattie croniche” dell’Agenzia Italiana del Farmaco. La pubblicazione ha come obiettivo confrontare e descrivere l’uso dei farmaci prescritti per le principali patologie croniche in Italia tra gruppi di popolazione con livelli diversi di posizione socioeconomica.
L’Agenzia Italiana del Farmaco ha presentato il primo “Atlante delle disuguaglianze sociali nell’uso dei farmaci per la cura delle principali malattie croniche”.
L’obiettivo della pubblicazione è confrontare e descrivere l’uso dei farmaci prescritti per le principali patologie croniche in Italia tra gruppi di popolazione con livelli diversi di posizione socioeconomica, misurata attraverso un indice di deprivazione che tiene conto di diversi fattori quali istruzione, disoccupazione, composizione del nucleo familiare, densità e condizione abitativa.
I risultati dell’analisi sono forniti suddivisi per provincia per tutto il territorio nazionale e per le principali malattie croniche.
Nella popolazione adulta sono stati analizzati i dati di prescrizione farmaceutica territoriale a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) di farmaci per ipertensione, dislipidemie, ipotiroidismo, ipertiroidismo, depressione, demenza, morbo di Parkinson, osteoporosi, ipertrofia prostatica benigna, iperuricemia e gotta, diabete, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).
Nella popolazione pediatrica sono stati analizzati i dati di prescrizione di farmaci utilizzati per asma, epilessia e disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività (ADHD).
“Le disuguaglianze nello stato di salute” scrive nella prefazione il Direttore Generale Nicola Magrini “dipendono da numerosi fattori correlati e sovrapposti: fornire un quadro di popolazione su uno degli aspetti maggiormente rilevanti per la salute dei cittadini, come l’utilizzo dei farmaci, propone un’ulteriore chiave di lettura delle disuguaglianze sociali, per contrastare le quali in modo efficace non si può prescindere da una conoscenza completa e approfondita di tutti gli aspetti riguardanti la salute”.
Dall’analisi emerge che il consumo dei farmaci è più elevato tra i soggetti residenti nelle aree più svantaggiate, ed è un fenomeno evidente per quasi tutte le condizioni analizzate, in modo particolare per i farmaci antipertensivi, ipolipemizzanti e, nelle donne, per gli antiosteoporotici.
Correlazioni di questo tipo invece non emergono analizzando l’aderenza e la persistenza al trattamento, facendo supporre che una volta che il paziente abbia avuto accesso alla cura farmaceutica la presa in carico non si modifichi al variare del livello di deprivazione.
“L’Atlante risponde a un indirizzo istituzionale a livello nazionale ed europeo che da tempo raccomanda di concentrare l’attenzione su questi temi” ha sottolineato Francesco Trotta, Dirigente del Settore HTA ed economia del farmaco. “È il punto di partenza di un progetto ambizioso, condiviso con alcuni dei principali gruppi di ricerca italiani. Questa rete è adesso a disposizione per ulteriori analisi che possono informare le politiche nazionali o locali riguardo alla riduzione o alla mitigazione delle disuguaglianze”.
Fonte: AIFA