Per altri 21 decessi, anch’essi collegati – per l’accusa – all’uso di amianto, le indagini stanno per essere concluse.
Nelle inchieste sono indagati 14 dirigenti della Italcantieri nei riguardi dei quali la Procura Generale ha ipotizzato il reato di concorso in omicidio colposo plurimo.
Per loro – hanno anticipato oggi i quotidiani La Repubblica e Il Piccolo – la Procura Generale è pronta a chiedere il rinvio a giudizio. “ Non abbiamo ritenuto sussistere gli elementi per ipotizzare il reato di omicidio volontario, come è stato invece fatto nel caso della Thyssen”, ha detto stamani, interpellato dall’ANSA, il Procuratore Generale di Trieste, Beniamino Deidda, che nello scorso giugno ha avocato le inchieste sulle morti per amianto.
Fino a quel momento le indagini erano state condotte dalla Procura della Repubblica di Gorizia, ma i ritardi accumulati dalle centinaia e centinaia d’inchieste (nessuna delle quali giunta a sentenza) avevano suscitato proteste e reazioni da parte dei familiari delle vittime, dei sindacati e di varie forze politiche.
L’accelerazione sul piano giudiziario è venuta dopo un incontro riservato che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha avuto a Trieste, il 28 marzo scorso, con lo stesso Deidda e con il Presidente della Corte di Appello del capoluogo giuliano, Carlo Dapelo.
Lo scorso 2 aprile vi è stata la prima conclusione di un processo per amianto alla Fincantieri di Monfalcone: l’ex direttore degli stabilimenti Manlio Filippi, di 85 anni, è stato condannato a un anno di reclusione (pena sospesa) per omicidio colposo dal giudice monocratico di Gorizia, Caterina Brindisi, per la morte della dipendente di una ditta di pulizie che lavorava nei ‘cantieri’.
Lo stesso giudice ha assolto (per insussistenza del fatto) altri dirigenti della Italcantieri (fra i quali Corrado Antonini, tuttora presidente del gruppo navalmeccanico) rinviati a giudizio per lesioni personali.
Nel corso degli anni, nei ‘cantieri’ di Monfalcone l’amianto é stato usato per coibentare le navi e, per un certo periodo, tale operazione è stata fatta ‘a spruzzo’ sulle pareti delle imbarcazioni. Per l’accusa, l’uso di amianto (vietato in Italia dal 1992) avveniva senza le necessarie misure di sicurezza e prevenzione.
La Procura Generale della Repubblica di Trieste ha chiuso le indagini preliminari relative alla morte di 21 persone collegata – secondo l’accusa – all’uso di amianto, fra il 1965 e il 1985, negli stabilimenti di Monfalcone (Gorizia) della Fincantieri (all’epoca Italcantieri). – (ANSA – 14 DIC)