APAT: presentata la decima edizione del Rapporto Rifiuti.

Il 6-02-08 scorso è stato presentato nella Sala della Mercede alla Camera dei Dep., alla presenza del Min. dell’ambiente e del Pr. dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici, Giancarlo Viglione, il Rapporto Rifiuti APAT 2007. Nel 2006 crescono produzione di rifiuti e raccolta differenziata. Primato al Trentino Alto Adige per la raccolta differenziata, alla Sardegna per il miglior salto di qualità. La Toscana è la Regione che produce il maggior numero di rifiuti.

Novità e conferme dal Rapporto Rifiuti APAT 2007, giunto alla sua decima edizione. Cresce, infatti, la produzione nazionale di rifiuti urbani e si attesta, nell’anno 2006, a 32,5 milioni di tonnellate con un incremento, rispetto all’anno precedente, superiore al 2,7% (circa 860 mila ton nellate).

A differenza degli anni precedenti, l’aumento più consistente si osserva al nord Italia, la cui produzione cresce del 3% circa, a fronte dei quasi 2,9 punti percentuali al Sud e dell’1,% osservato al Centro.

E’ quest’ultima macroarea, al contrario, a registrare il valore maggiore pro capite nella produzione di rifiuti: con 638 kg per abitante per anno, infatti, le regioni centrali conquistano l’infelice primato, distaccandosi nettamente dal Sud (509 kg) e dal Nord (544 kg). In termini percentuali, tuttavia, le regioni meridionali registrano incrementi più del resto d’Italia: circa il 3% in contrapposizione al 2,4% del Nord e una sostanziale stabilità del Centro (-0,2%).

Nello specifico, è la Toscana, con 700 kg pro capite, la regione che produce il quantitativo maggiore di rifiuti, seguita da Emilia Romagna (677 kg), Umbria (661 kg) e Lazio (611 kg); in coda alla classifica, la Basilicata, con 401 kg pro capite, il Molise (405 kg), la Calabria (476 kg), il Friuli Venezia Giulia (492 kg) e il Trentino Alto Adige (495 kg).

Ciononostante, tra il 2005 e il 2006 i maggiori incrementi si rilevano per la Puglia (+5,1% di crescita pro capite), la Sicilia (+4,2%) e la Basilicata (+4,1%).
L’analisi dei dati relativi alla gestione dei rifiuti urbani, nell’anno 2006, mostra ancora una riduzione del ricorso alla discarica, che decresce di 0,7 punti percentuali rispetto al 2005, pur facendo registrare, in termini quantitativi, un incremento rispetto allo stesso anno (+300 mila tonnellate di rifiuti, pari ad u n incremento percentuale dell’1,7%). La discarica, tuttavia, si conferma la modalità di gestione dei rifiuti urbani più diffusa. Cresce del 6,3% al Centro, il quantitativo di RU destinato a questa opzione di gestione dei rifiuti, mentre nelle altre aree geografiche del Paese i numeri sono rimasti pressoché identici.

Le forme di stoccaggio provvisorio, come quelle messe in atto in Campania per far fronte alle situazioni di emergenza, qua ndo prolungate, sono considerate forme di smaltimento in discarica a tutti gli effetti. Perdura, in questa regione, lo stoccaggio delle cosiddette “ecoballe”, che nel 2006 ha riguardato oltre 900 mila tonnellate di rifiuti.

Il numero di discariched per rifiuti in esercizio, nel 2006, diminuisce di 37 unità rispetto al 2005, confermando la tendenza già evidenziata nell’ultimo quinquennio. La riduzione del numero di discariche è maggiore nel Sud del Paese; in particolare, interessa alcune regioni come la Sicilia (-23 impianti), la Calabria (-7 impianti) e l’Abruzzo (-3 impianti).

Nel complesso risulta positiva la diffusione della raccolta differenziata, tuttavia ancora lontana dall’o obiettivo del 40%, da raggiungersi entro il 31 dicembre 2007 e introdotto dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296.

A livello nazionale, infatti, la raccolta differenziata registra una percentuale del 25,8% della produzione totale dei rifiuti urbani, contro il 24,2% rilevato nel 2005.
Il Trentino Alto Adige è la regione con una maggiore percentuale di differenziata (49,1%).

(LG-FF)

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