Aperta la Conferenza ONU sui cambiamenti climatici

Il 6 dicembre scorso si è aperta a Buenos Aires la 10° Riunione della Conferenza delle Parti (Conference of Parties – COP 10), organo supremo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC9. Oltre 6000 delegati di 191 paesi hanno preso parte alla inaugurazione della Conferenza che si chiuderà il 17 dicembre.

Oltre 6000 delegati dei 191 Stati membri delle Nazioni Unite , dal 6 dicembre al 17 dicembre, potranno discutere a Buenos Aires di fatti concreti per la lotta all’ inquinamento atmosferico e prima che il 16 febbraio 2005 entri in vigore il Protocollo di Kyoto.Ciò avverrà nell’ambito della 10° riunione della Conferenza delle Parti ( Conference Of Parties – COP 10), organo supremo delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici ( UNFCCC). Una Conferenza fondamentale nella lotta all’ inquinamento e dopo che, con la ratifica da parte della Russia, il Protocollo di Kyoto potrà entrare in vigore dal 16 febbraio 2005. Infatti, il primo obiettivo della Conferenza di Buenos Aires sarà proprio quello di discutere le iniziative concrete da mettere in campo per rispettare i parametri del Protocollo di Kyoto che prevedono, entro il 2012, di ridurre le emissioni da parte dei Paesi evoluti del 5, 2% rispetto ai livelli del 1990. Ma, essendo oggi trascorsi già molti anni a causa della ratifica del Protocollo, le emissioni incontrollate dei gas inquinanti nel frattempo sono aumentate tanto che, per rispettare quegli stessi parametri del 1990, non è più necessaria una riduzione del 5, 2%, bensì del 25% circa. Come ha dichiarato Daniele Calza Bini, rappresentante di Legambiente alla COP 10 di Buenos Aires “ secondo la Convenzione sul Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite tra il 1990 e il 2000 le emissioni a livello globale sono diminuite del 6, 6% ma quasi il 40% di questa riduzione è avvenuta in Paesi con economie in transizione, mentre nei Paesi industrializzati sono cresciute del 7%, con una consistente responsabilità del settore trasporti e tra i temi importanti che andranno affrontati nel prossimo futuro figura la riduzione delle crescenti emissioni causate dall’ aviazione internazionale”. Il cambiamento climatico è in atto, come dimostra la crescente frequenza dei fenomeni atmosferici estremi, fenomeni che colpiscono, in particolare, anche vaste zone degli Stati Uniti che pur producendo da soli il 36, 1 delle emissioni non hanno mai ratificato il Protocollo di Kyoto.
Per quanto riguarda l’ Europa, dobbiamo segnalare la Proposta di Risoluzione del Parlamento europeo, presentata a seguito di dichiarazioni del Consiglio europeo e della Commissione, del 27 ottobre 2004, sulla strategia dell’ UE in vista della Conferenza di Buenos Aires sui cambiamenti climatici, che riportiamo nel link.( Proposta di risoluzione B6-0129/2004). In questo documento viene proposto che l’ Unione europea mantenga un ruolo di guida nei negoziati alla Conferenza COP-10, in quanto rappresenta una buona opportunità non soltanto per dare seguito alle decisioni sull’ attuazione del Protocollo di Kyoto , bensì anche per avviare un ampio dibattito sulle questioni principali per il secondo periodo di impegno, al fine di realizzare l’ obiettivo dell’ UE di un incremento medio della temperatura globale non superiore a +2C° rispetto ai livelli preindustriali. Inoltre, viene ribadita la necessità affinché tutte le parti aderenti all’ UNFCCC continuino le discussioni avviate al fine di inserire le emissioni del trasporto aereo e marittimo internazionale negli obiettivi di riduzione delle emissioni del secondo periodo di impegno a partire dal 2012. Accogliendo con favore la recente decisione della Federazione russa di ratificare il Protocollo di Kyoto, consentendo così la sua entrata in vigore, invita al contempo i Paesi che che ancora non hanno ratificato il Protocollo a provvedervi quanto prima possibile e invita il governo statunitense a riconsiderare la propria decisione di non partecipare.(L.G.)
Sulla posizione dell’ Italia ci sembra interessante riportare il Dossier di Legambiente.

Fonte: Eur-Lex

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