E’ intervenuta la Commissione europea per tutelare la legislazione dell’ Unione europea.
Come riferito dal Servizio stampa e comunicazione, Rapid, il 20 febbraio 2003, la Commissione europea ha deciso di intervenire in dieci casi per tutelare la legislazione dell’ UE in materia di appalti pubblici, che mira a garantire affinchè tutte le imprese europee possano concorrere sullo stesso piano all’ assegnazione di questi appalti. Le procedure aperte e trasparenti previste dal diritto comunitario significano più concorrenza, maggiori garanzie contro la corruzione, e servizi migliori a prezzo più basso per i contribuenti. La Commissione ha deciso di deferire Francia, Portogallo, Spagna e Germania alla Corte di Giustizia rispettivamente per la legislazione francese sugli appalti pubblici per importanti progetti di costruzione, il mancato intervento del Portogallo per recepire correttamente la direttiva sui ricorsi per candidati che ritengono di non essere stati trattati correttamente durante le procedure di appalto, l’ analoga situazione della Spagna in merito alla prestazione di servizi sanitari, e due casi in Germania nei quali sono stati appaltati senza una gara su scala europea due contratti per la gestione dei rifiuti. La Commissione ha inoltre trasmesso richieste formali d’ intervento ad Irlanda, Italia e Finlandia perché alcuni appalti pubblici sono stati aggiudicati in maniera difforme rispetto ai principi del Trattato UE o delle direttive sugli appalti. Questi inviti formali hanno preso la forma di un ” parere motivato”, che costituisce la seconda fase della procedura d’ infrazione. In mancanza di una risposta soddisfacente, la Commissione può citare gli Stati in questione alla Corte di giustizia europea. Per quanto riguarda il ” caso” dell’ Italia ( ANAS) riportiamo nel link le motivazioni d’infrazione.
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