Via libera anche all’Ordine del giorno di Milena Santerini, del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico, che impegna a mettere in rete anche le mense scolastiche e quelle ospedaliere. Infine più spazio alle cosiddette produzioni a “chilometro zero”, che dovranno essere promosse dal ministero delle Politiche agricole nel quadro di azioni mirate alla riduzione degli sprechi.
Il provvedimento definisce per la prima volta nell’ordinamento italiano i termini di “eccedenza” e “spreco” alimentari, fa maggiore chiarezza tra il termine minimo di conservazione e la data di scadenza, e punta a semplificare le procedure per la donazione, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie e della tracciabilità. È consentita la raccolta dei prodotti agricoli che rimangono in campo e la loro cessione a titolo gratuito; si dice in modo chiaro che il pane potrà essere donato nell’arco delle 24 ore dalla produzione; e per ridurre gli sprechi alimentari nel settore della ristorazione, è permesso ai clienti l’asporto dei propri avanzi con la “family bag”.
“L’obiettivo principale della nuova legge è quello di favorire il recupero e provare a raddoppiare la donazione delle eccedenze – spiega la deputata Pd Maria Chiara Gadda, prima firmataria del provvedimento – rafforzando l’impegno già avviato con la Legge di Stabilità 2016.
“Il testo unificato appena approvato alla Camera – spiega Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market, spin off dell’Università di Bologna – raccoglie molte delle nostre esperienze e ricerche prodotte in oltre 15 anni per la prevenzione e il recupero degli sprechi”. Ma è urgente adesso una vera svolta culturale nel Paese, per fronteggiare la voragine dello spreco domestico. Dall’ultimo studio del Politecnico di Milano, infatti, emerge che le rimanenze alimentari in Italia ammontano a 5.590.000 tonnellate, pari a oltre 13,5 miliardi di euro. Di queste i consumatori sono responsabili del 43%, la distribuzione del 13%, la ristorazione del 4%, la trasformazione del 3% e il settore primario del 37%.
“La nuova legge andrà integrata con l’introduzione dell’educazione alimentare nelle scuole e una capillare campagna di sensibilizzazione – conclude Segrè – e con obiettivi allineati all’Europa: il 2025 diventi anno chiave per il dimezzamento degli sprechi alimentari anche nel nostro Paese, così come indicato anche dalla campagna Spreco Zero attiva dal 2010″.