Il 5 febbraio scorso il Ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, ha presentato la Direttiva n. 16 contenente le linee di indirizzo generali ed azioni a livello nazionale per la prevenzione e la lotta al bullismo.
La Direttiva n. 16 del Ministro Fioroni è stata inviata a tutte le scuole e che è frutto anche delle proposte che le stesse scuole hanno fatto pervenire in questi mesi al Ministero della Pubblica Istruzione.
In sintesi, le caratteristiche fondamentali della Direttiva sono le seguenti:
Premesso che il termine italiano bullismo è la traduzione dellinglese bullying, usato comunemente negli studi internazionali per indicare il fenomeno delle prepotente esercitate tra pari in un contesto di gruppo (per cui il bullismo può dirsi un fenomeno dinamico, multidimensionale e relazionale, che riguarda non solo linterazione del prevaricatore con la vittima, la quale assume atteggiamenti di rassegnazione, ma tutti gli appartenenti allo stesso gruppo con ruoli diversi), – la Direttiva pone in giusta evidenza e di valorizzare il ruolo degli insegnanti, dei dirigenti scolastici e di tutto il personale tecnico ed ausiliario, per prevenire e contrastare efficacemente fenomeni di bullismo, di violenza fisica o psicologica.
Il compito di ricercare la strategia più idonea ed efficace nellazione di educazione alla cittadinanza e di prevenzione del disagio spetta alle singole scuole, compito che potrà trovare espressione nel Piano dellOfferta Formativa, documento fondamentale delle scuole autonome.
A livello nazionale sarà prevista invece una campagna di comunicazione e di informazione diversificata, rivolta agli studenti, ai dirigenti scolastici, ai docenti, al personale ATA e alle famiglie, che preveda azioni mirate per ogni ordine e grado di scuola, rispettando le caratteristiche che differenziano il percorso evolutivo degli studenti, e finalizzata sia ad una maggiore sensibilizzazione nei confronti del fenomeno sia alla trasmissione di messaggi recanti una esplicita non accettazione delle prepotenze tra studenti.
Saranno coinvolti in tale iniziativa gli stessi studenti, allo scopo di renderli partecipi della soluzione di un problema che li riguarda direttamente.
Nei confronti degli alunni della scuola dellinfanzia e della scuola primaria sarà valorizzata la comunicazione interpersonale, costruendo contesti di ascolto non giudicanti e momenti dedicati di dialogo, eventualmente integrati da azioni e suggerimenti operativi di cui lAmministrazione si impegna a curare la realizzazione (o le necessarie attività di supporto): per esempio, ampliando le finestre già presenti in alcuni programmi RAI, finalizzate al riconoscimento e allespressione di sentimenti anche negativi; realizzando poster da affiggere allinterno delle scuole con immagini-messaggio facilmente decodificabili dai più piccoli (a da loro stessi realizzati),ecc.
La direttiva- di cui riportiamo il testo integrale nel link affronta le iniziative relative alle scuole secondarie di primo e secondo grado; listituzione di Osservatori regionali permanenti sul fenomeno del bullismo.
In sintesi, le caratteristiche fondamentali della Direttiva sono le seguenti:
Premesso che il termine italiano bullismo è la traduzione dellinglese bullying, usato comunemente negli studi internazionali per indicare il fenomeno delle prepotente esercitate tra pari in un contesto di gruppo (per cui il bullismo può dirsi un fenomeno dinamico, multidimensionale e relazionale, che riguarda non solo linterazione del prevaricatore con la vittima, la quale assume atteggiamenti di rassegnazione, ma tutti gli appartenenti allo stesso gruppo con ruoli diversi), – la Direttiva pone in giusta evidenza e di valorizzare il ruolo degli insegnanti, dei dirigenti scolastici e di tutto il personale tecnico ed ausiliario, per prevenire e contrastare efficacemente fenomeni di bullismo, di violenza fisica o psicologica.
Il compito di ricercare la strategia più idonea ed efficace nellazione di educazione alla cittadinanza e di prevenzione del disagio spetta alle singole scuole, compito che potrà trovare espressione nel Piano dellOfferta Formativa, documento fondamentale delle scuole autonome.
A livello nazionale sarà prevista invece una campagna di comunicazione e di informazione diversificata, rivolta agli studenti, ai dirigenti scolastici, ai docenti, al personale ATA e alle famiglie, che preveda azioni mirate per ogni ordine e grado di scuola, rispettando le caratteristiche che differenziano il percorso evolutivo degli studenti, e finalizzata sia ad una maggiore sensibilizzazione nei confronti del fenomeno sia alla trasmissione di messaggi recanti una esplicita non accettazione delle prepotenze tra studenti.
Saranno coinvolti in tale iniziativa gli stessi studenti, allo scopo di renderli partecipi della soluzione di un problema che li riguarda direttamente.
Nei confronti degli alunni della scuola dellinfanzia e della scuola primaria sarà valorizzata la comunicazione interpersonale, costruendo contesti di ascolto non giudicanti e momenti dedicati di dialogo, eventualmente integrati da azioni e suggerimenti operativi di cui lAmministrazione si impegna a curare la realizzazione (o le necessarie attività di supporto): per esempio, ampliando le finestre già presenti in alcuni programmi RAI, finalizzate al riconoscimento e allespressione di sentimenti anche negativi; realizzando poster da affiggere allinterno delle scuole con immagini-messaggio facilmente decodificabili dai più piccoli (a da loro stessi realizzati),ecc.
La direttiva- di cui riportiamo il testo integrale nel link affronta le iniziative relative alle scuole secondarie di primo e secondo grado; listituzione di Osservatori regionali permanenti sul fenomeno del bullismo.
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