Brevetti relativi alla fabbricazione di prodotti farmaceutici

Sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE C 286/4 del 17.11.2005 è pubblicato il Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la concessione di licenze obbligatorie per brevetti relativi alla fabbricazione di prodotti farmaceutici destinati all’esportazione verso paesi con problemi di sanità pubblica.

Nell’Introduzione al Parere adottato in data 8 giugno 2005 dal CESE, si legge che molte parti del globo soffrono per una situazione sanitaria fortemente critica, caratterizzata da un rischio costante di epidemie , da strutture e modalità di trattamento e di cura insufficienti, tassi di morbilità e di mortalità molto elevati. La sfida è globale: si tratta di incrementare i servizi sanitari e sociali non solo nei paesi meno sviluppati, ma anche nei paesi relativamente sviluppati che non destinano però risorse adeguate alla soluzione dei loro problemi sanitari e sociali.
Gli aiuti sanitari da parte dei paesi più sviluppati non sono sufficienti per risolvere tali problemi, per cui nuovi strumenti devono essere cercati.L’approccio non può limitarsi alla fornitura di farmaci di emergenza, come avviene generalmente negli aiuti ai paesi in via di sviluppo,ma deve essere volto a migliorare la performance globale del sistema: vi è infatti la necessità di indirizzare le scarse risorse disponibili verso priorità reali, di implementare le capacità di gestione e di controllo delle risorse affinché i benefici vadano realmente alla popolazione che ne necessita, di trovare soluzioni alle carenze produttive di farmaci o servizi nonché di garantire per questi ultimi una gestione efficace.
Il CESE condivide la proposta di regolamento della Commissione atta a rendere operativa la decisione del 30 agosto 2003 del Consiglio generale dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) che prevede la procedura per la concessione di licenze obbligatorie per prodotti farmaceutici coperti da brevetto o certificato di protezione complementare, come soluzione idonea ai gravi problemi sanitari dei paesi in via di sviluppo (PVS) privi di capacità produttive nel settore farmaceutico e con inadeguate strutture sanitarie.
Il CESE auspica infine che la Commissione studi le modalità più opportune, compresi accordi bilaterali, per poter applicare meccanismi similari anche verso i PVS che non sono membri dell’Organizzazione mondiale del Commercio.

Fonte: Eur-Lex

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