Campania: NO ai rifiuti tossici, 10 milioni di Tonn. -100.000 in corteo

I manifestanti chiedono l’immediata bonifica delle terre campane inquinate dagli sversamenti illegali di rifiuti tossici e nocivi.

Il parroco di Caivano Maurizio Patriciello con il cantante Nino D’Angelo in testa al corteo per chiedere l’immediata bonifica delle terre campane inquinate dagli sversamenti illegali e nocivi: “La nostra madre terra Campania è moribonda, ma non è morta

Don Maurizio Patriciello: “Bisogna cambiare passo, è insopportabile.
Ora sappiamo quello che per tanto tempo é stato taciuto.
Ora basta serve pagina nuova
“.

I manifestanti chiedono l’immediata bonifica delle terre campane inquinate dagli sversamenti illegali di rifiuti tossici e nocivi.

Gli organizzatori: “Siamo centomila”

Per Legambiente: in 22 anni sono stati sversati nella Terra dei Fuochi, l’area compresa tra Napoli e Caserta, “circa 10 milioni di tonnellate di veleni“. Dal 1991 al 2013 sono state “censite 82 inchieste per traffico di rifiuti, 915 ordinanze di custodia cautelare, 1.806 denunce, e 443 aziende coinvolte”.

Prende la parola Nino D’Angelo, che ha guidato il corteo insieme a don Maurizio Patriciello: “Il fatto stesso che tutta queste gente sia qui, che non si sia fatta fermare dalla pioggia, è la prova di quanto siamo tutti esasperati“.

Il corteo partito sotto la pioggia da piazza Garibaldi a Napoli.
In piazza sono scese decine di migliaia di persone provenienti da ogni angolo della Regione per dire no al biocidio.

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Legambiente mette in fila i nomi in codice usati dagli inquirenti (tra cui Adelphi, Black Hole, Caronte, Cassiopea, Houdinì, Madre Terra Matrix, Nerone) e poi li ‘traduce’ nel primo ‘Dizionario dell’ecocidio nella Terra dei Fuochi’. Il traffico di rifiuti – spiega Legambiente – “gestito dalla criminalità organizzata convogliava ‘veleni’ da ogni parte d’Italia per seppellirli direttamente nelle discariche legali e illegali della Terra dei Fuochi”; delle “443 aziende coinvolte, la stragrande maggioranza hanno sede sociale al centro e al nord Italia”.

Negli “oltre 410 mila camion – osserva Legambiente – è viaggiato di tutto: scorie derivanti dalla metallurgia termica dell’alluminio, polveri di abbattimento fumi, morchia di verniciatura, reflui liquidi contaminati da metalli pesanti, amianto, terre inquinate provenienti da attività di bonifica, rifiuti prodotti da petrolchimici storici del nostro Paese (l’Acna di Cengio, l’ex Enichem di Priolo, i fanghi conciari della zona di Santa Croce)”.

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