Tra mille difficoltà governi mondiali hanno approvato sabato 11 dicembre il testo finale del vertice di Cancun(Messico), sotto l egida dell’ONU.
Estato trovato l’accordo su un documento condiviso che impegna blandamente i governi dei paesi partecipanti alla conferenza a darsi da fare per contrastare il riscaldamento globale.
Il testo sul quale è stato trovato laccordo è vago su numerosi punti, a conferma della scarsa utilità del vertice tenuto in questi giorni in Messico, ma introduce comunque qualche elemento positivo come listituzione di un fondo per aiutare i paesi meno ricchi a sviluppare politiche per ridurre le emissioni nocive.
Nel Green Climate Fund confluiranno circa 100 miliardi di dollari ogni anno fino al 2020 per aiutare le nazioni povere, proteggere le foreste nelle aree tropicali e condividere le soluzioni tecnologiche di ultima generazione per inquinare meno. Mancano però i dettagli su come saranno raccolte le risorse necessarie per il fondo.
Sottoscrivendo laccordo di Cancun,i paesi partecipanti si sono anche impegnati a mantenere l aumento complessivo della temperatura al di sotto dei due gradi rispetto alla temperatura media dell era industriale. Un impegno vago, che non contiene molti dettagli o vincoli sulle strategie da adottare per ottenere l importante risultato.
La spinosa questione del Protocollo di Kyoto non è stata invece risolta. Laccordo su come estendere l intesa siglata nel 1997, e adottata a partire dal 2005 , rimane vago. Il protocollo obbliga la quarantina di paesi che lo hanno ratificato a ridurre le loro emissioni di gas serra,ma non si sa ancora di preciso quale destino avrà dopo il 2012, quando scadrà il primo obiettivo del trattato, ovvero la riduzione del 5% delle emissioni rispetto al 1990.
Il documento di Cancun cita la necessità di far proseguire il Protocollo di Kyoto così da impegnare i paesi che vi partecipano a ridurre le emissioni di anidride carbonica tra il 25 e il 40%. La Cina egli Stati Uniti non hanno mai ratificato il piano, temendo di influenzare negativamente le loro economie, e non ancora è chiaro se il Protocollo debba essere esteso o meno anche agli altri paesi in via di sviluppo.
Comunque, non si è ripetuto il flop della precedente conferenza di Copenaghen ,ma la strada da percorrere è ancora molto lunga.Il successo principale dei colloqui si può attribuire allimpulso dato alla cooperazione multilaterale, dopo un lungo periodo di sfiducia di questo strumento.
LaBolivia tuttavia si dice insoddisfatta: con il suo rifiuto ha minacciato di non far passare il documento approvato;secondo il capo negoziatore Pablo Solon,i risultati raggiunti non sono sufficienti, i paesi in sviluppati fanno troppo poco per tagliare le emissioni inquinanti: per questo la Bolivia farà ricorso presso tutte le istanze internazionali contro la decisione di spostare il secondo periodo del Protocollo di Kyoto
(LG)