Lobiettivo secondo il Ministero del lavoro è fornire alle parti sociali uno strumento che consenta di individuare, attraverso il monitoraggio delle pratiche partecipative in atto, le criticità della normativa legale e contrattuale vigente e gli ostacoli, di vario ordine, che impediscono una diffusione degli istituti partecipativi così come avviene negli altri Paesi europei. Quale documento aperto, il Codice verrà costantemente implementato e aggiornato attraverso i contributi che giun geranno dalle parti sociali e dagli esperti della materia.
Il ricorso a tale strumento di soft law, che esalta il ruolo delle parti sociali e che si pone come una sorta di nuova frontiera delle tecniche regolatorie del diritto del lavoro, rappresenta un segnale di apertura del nostro sistema a istanze da tempo presenti nel Paese e ora recepite nel Libro Bianco sul futuro del modello sociale italiano dopo ampia consultazione pubblica.
Ciò nella consapevolezza che leconomia della partecipazione presuppone e determina, al tempo stesso, un modello dimpresa sempre più attento al valore della persona e un modello di sindacato quale soggetto attivo dello sviluppo e della diffusione del benessere.Questo significa che le parti riconoscono che sussistono obiettivi comuni condivisibili, primi fra tutti quelli della solidità competitiva della impresa e del rispetto e della valorizzazione del lavoro.
Il riferimento è alla partecipazione in senso lato, intendendo per essa sia i diritti di informazione e consultazione dei lavoratori sia la partecipazione finanziaria e quindi al capitale o agli utili.
Dal punto di vista pratico il documento è diviso in cinque macro-aree e da una nota ragionata sulla documentazione internazionale (normativa comunitaria, normativa nazionale, disegni e progetti di legge, accordi sindacali, buone pratiche e nota ragionata sulla documentazione internazionale).
(LG-FF)