La Commissione europea propone una tassa bancaria per coprire le spese di liquidazione delle banche fallite. La proposta rappresenta la prima iniziativa concreta per definire una strategia comune in materia di tasse bancarie, uno strumento utilizzato sempre di più dai governi europei a seguito della crisi finanziaria. La mancanza di una normativa europea potrebbe infatti creare squilibri competitivi tra i mercati bancari nazionali e ostacolare la cooperazione transfrontaliera.
Il piano prevede che i governi utilizzino i proventi delle tasse bancarie per istituire fondi gestiti con norme comuni. Tali fondi verrebbero impiegati per far fronte in modo ordinato alle insolvenze bancarie.
Queste risorse servirebbero inoltre a coprire i costi per spese legali, operazioni temporanee, acquisto e gestione degli attivi inesigibili, ecc. I fondi per le misure di risoluzione delle insolvenze bancarie sono una fonte di liquidità di pronto impiego che consente di contenere le crisi ed evitare le vendite precipitose degli attivi.
Diversi Paesi , tra cui Germania e Svezia, hanno introdotto tasse bancarie o stanno valutando lipotesi per farlo. Manca tuttavia ancora un consenso sullentità della tassa e sullimpiego dei fondi.
Alcuni paesi vorrebbero utilizzarli per scongiurare future crisi bancarie o per recuperare le perdite subite con la crisi attuale. Altri invece puntano su questo strumento per ridurre i loro disavanzi.
Michel Barnier, commissario europeo per il mercato interno, ha dichiarato che i fondi non sarebbero una polizza assicurati va per le banche in difficoltà. Lobiettivo è piuttosto quello di evitare i salvataggi a spese del contribuente, riducendo limpatto che il fallimento di una banca può avere sul resto del comparto.
Io credo nel principio chi inquina paga e quindi dobbiamo costruire un sistema che garantisca che in futuro sia il settore finanziario a pagare il costo delle crisi bancarie, ha dichiarato Barnier.
Durante la crisi finanziaria i Governi dEuropa e del resto del mondo hanno speso ingenti somme per salvare le banche e sostenere leconomia nazionale.
Per il momento la tassa sarebbe limitata alle banche. Non si applicherebbe, ad esempio, ai fondi dinvestimento o alle compagnie assicurative. I contributi bancari potrebbero basarsi suj parametri quali gli attivi e passivi o gli utili: il metodo specifico deve ancora essere deciso. Lo stesso vale per le dimensioni dei fondi, che il FMI collocherebbe tra il 2 e il 4% del PIL.
La proposta integra il piano dellUaE per la gestione delle future crisi finanziarie, che impone più vigilanza, un migliore governo societario e norme più rigorose.
LUE potrebbe presentare la propria proposta al Gruppo dei 20 colme strategia globale per le banche in crisi. I leader dellUE dovrebbero discuterla nel corrente mese di giugno in vista del vertice G20 che si terrà a Toronto alla fine del mese.
Sullargomento del principio Chi inquina paga riportiamo nel link un articolo di Carlo Corazza, Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea.
Queste risorse servirebbero inoltre a coprire i costi per spese legali, operazioni temporanee, acquisto e gestione degli attivi inesigibili, ecc. I fondi per le misure di risoluzione delle insolvenze bancarie sono una fonte di liquidità di pronto impiego che consente di contenere le crisi ed evitare le vendite precipitose degli attivi.
Diversi Paesi , tra cui Germania e Svezia, hanno introdotto tasse bancarie o stanno valutando lipotesi per farlo. Manca tuttavia ancora un consenso sullentità della tassa e sullimpiego dei fondi.
Alcuni paesi vorrebbero utilizzarli per scongiurare future crisi bancarie o per recuperare le perdite subite con la crisi attuale. Altri invece puntano su questo strumento per ridurre i loro disavanzi.
Michel Barnier, commissario europeo per il mercato interno, ha dichiarato che i fondi non sarebbero una polizza assicurati va per le banche in difficoltà. Lobiettivo è piuttosto quello di evitare i salvataggi a spese del contribuente, riducendo limpatto che il fallimento di una banca può avere sul resto del comparto.
Io credo nel principio chi inquina paga e quindi dobbiamo costruire un sistema che garantisca che in futuro sia il settore finanziario a pagare il costo delle crisi bancarie, ha dichiarato Barnier.
Durante la crisi finanziaria i Governi dEuropa e del resto del mondo hanno speso ingenti somme per salvare le banche e sostenere leconomia nazionale.
Per il momento la tassa sarebbe limitata alle banche. Non si applicherebbe, ad esempio, ai fondi dinvestimento o alle compagnie assicurative. I contributi bancari potrebbero basarsi suj parametri quali gli attivi e passivi o gli utili: il metodo specifico deve ancora essere deciso. Lo stesso vale per le dimensioni dei fondi, che il FMI collocherebbe tra il 2 e il 4% del PIL.
La proposta integra il piano dellUaE per la gestione delle future crisi finanziarie, che impone più vigilanza, un migliore governo societario e norme più rigorose.
LUE potrebbe presentare la propria proposta al Gruppo dei 20 colme strategia globale per le banche in crisi. I leader dellUE dovrebbero discuterla nel corrente mese di giugno in vista del vertice G20 che si terrà a Toronto alla fine del mese.
Sullargomento del principio Chi inquina paga riportiamo nel link un articolo di Carlo Corazza, Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea.
(LG-SP)
Fonte: Commissione Europea
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