Commissione europea: report sullo stato dell’arte nella gestione del rischio di catastrofi

Il nuovo report della Commissione europea fornisce una rassegna delle soluzioni scientifiche e delle loro applicazioni pratiche in vari settori del Disaster Risk Management (DRM) in Europa. Il report è diviso concettualmente in tre parti distinte: comprendere il rischio, comunicarlo e gestirlo.

Il rapporto “La scienza per la gestione dei rischi da catastrofe 2017: sapere di più per perdere meno” è il prodotto di punta del Disaster Risk Management Knowledge Centre (DRMKC) della Commissione europea e presenta lo stato dell’arte nella gestione del rischio di catastrofi.
Contribuisce agli sforzi delle Nazioni Unite per rafforzare la prevenzione, la preparazione e la risposta alle calamità naturali e ai rischi tecnologici ed è anche parte fondamentale della roadmap del Sendai Framework for Disaster Risk Reduction; inoltre la relazione è stata presentata a Cancùn durante la 2017 Global platform for disaster risk reduction delle Nazioni Unite.

Il report fornisce una rassegna delle soluzioni scientifiche e delle loro applicazioni pratiche in vari settori del Disaster Risk Management (DRM) in Europa. La scienza, infatti, gioca un ruolo chiave nel prevenire i disastri, aiutando a prepararsi a quelli che non possono essere impediti e a riprendersi successivamente da questi; inoltre, utilizzando al meglio le conoscenze in nostro possesso, si potrebbero salvare la vita e il sostentamento di milioni di persone in tutto il mondo.
La relazione vuole innanzitutto costruire un ponte fra la scienza e la politica prendendo in esame l’intero ciclo del rischio di disastri che inizia dalla loro valutazione, passa attraverso una giusta comunicazione e approda, infine, alla gestione più opportuna.

Nel 2016 è iniziato il progetto del Disaster Risk Management Knowledge Centre che ha commissionato una serie di studi per analizzare, aggiornare lo stato dell’arte e identificare le lacune nella ricerca e nell’innovazione nel campo della DRM. Ogni relazione, che sarà multi-rischio e multidisciplinare, affronterà il ciclo completo del rischio di disastri.
La realizzazione di questo primo report ha creato una rete di 273 collaboratori provenienti da 26 paesi, per lo più europei, e da 172 organizzazioni.

Il report è diviso concettualmente in tre parti distinte: comprendere il rischio, comunicarlo e gestirlo.
La parte di comprensione del rischio è stata suddivisa in due capitoli: il capitolo 2, che copre le metodologie di valutazione dei rischi ed esempi generici, e il capitolo 3 che fornisce una panoramica completa delle problematiche relative ai pericoli connessi ai rischi geofisici, idrogeologici, meteorologici, climatici, biologici e tecnologici.
Il capitolo 4 “Comunicare il rischio da catastrofe” affronta numerosi problemi sulla comunicazione tra i diversi attori nelle diverse fasi del DRM, mentre il capitolo 5, sulla gestione del rischio, affronta le questioni di governance del ciclo completo del rischio catastrofico.

Il primo e l’ultimo capitolo fanno della relazione un tutto omogeneo: il capitolo 1 “Lo stato attuale della gestione del rischio da disastri e il quadro politico” mira a spiegare perché le recenti iniziative globali e europee stiano iniziando a rivalutare la scienza e la tecnologia per rafforzare la resilienza della società. Nel capitolo 6 “Le sfide future della gestione dei rischi di catastrofe” gli autori del report si rivolgono principalmente ai decisori politici e ai professionisti dichiarando quali saranno secondo loro le sfide del futuro, fra le quali: la formazione di tutti gli attori coinvolti nella gestione, nuovi progetti di ricerca e l’applicazione delle nuove conoscenze che ne deriveranno.

Fonte: ARPAT

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