Documento OCSE sulle infrastrutture resilienti al cambiamento climatico

Il documento dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico indica le giuste politiche da attuare per contribuire a garantire la resilienza al cambiamento climatico di infrastrutture esistenti, o di nuova costruzione.

Il documento “Climate-resilient infrastructure” dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) fornisce un quadro di azione per contribuire a garantire la resilienza al cambiamento climatico di infrastrutture esistenti, o di nuova costruzione, ed è rivolto principalmente ai decisori politici nazionali dei 35 paesi membri dell’OCSE, anche se i principi fondamentali sono più ampiamente applicabili.

Le reti infrastrutturali (energia, trasporti, risorse idriche) sono ad alto impiego di capitale e durature nel tempo, per cui le decisioni prese in un dato momento sulla loro posizione, design e funzionamento, determineranno il loro grado di resilienza agli effetti del cambiamento climatico nel tempo.
Prendere in considerazione la resilienza ai cambiamenti climatici può proteggere i rendimenti degli investimenti, sostenere la continuità aziendale e andare incontro ai requisiti normativi; d’altro canto, i proprietari delle infrastrutture, gli operatori e gli investitori hanno un incentivo a gestire questi rischi, ma una serie di ostacoli, fra cui la mancanza di consapevolezza o di informazione, o di incentivi, può impedire loro di farlo.

Il report identifica quattro aree prioritarie di azione che i governi nazionali potrebbero intraprendere per sostenere la resilienza delle infrastrutture:

– assicurarsi che le aziende pubbliche, le associazioni professionali e le autorità di controllo abbiano una sufficiente capacità di utilizzare le proiezioni sul clima per facilitare i partenariati tra i settori;
– prendere in considerazione i rischi climatici quando si effettuano investimenti nel settore pubblico e rivedere l’assegnazione delle responsabilità delle passività e degli investimenti tra il settore pubblico e privato nei partenariati;
– allineare le politiche di pianificazione urbanistica, gli standard tecnici nazionali ed internazionali, le politiche economiche e i regolamenti a sostegno della resilienza delle infrastrutture. I governi potrebbero voler garantire che gli approcci internazionali, nazionali e locali siano allineati per facilitare l’adattamento per il settore privato;
– aumentare il profilo della divulgazione del rischio climatico incoraggiando la partecipazione a iniziative volontarie, sostenendo lo sviluppo di approcci comuni a livello internazionale e adoperare le informazioni raccolte sui rischi durante la pianificazione all’adattamento climatico a livello nazionale.

Fonte: ARPAT

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