Tra il 18 e il 19 ottobre 2007 il Consiglio europeo ha trovato laccordo e ha dato il via libera a un nuovo testo di 255 pagine con nuove regole per il funzionamento dellUnione europea.
Tra le novità che dovrebbero rendere il sistema politicamente più efficiente sono da segnalare i nuovi poteri che il nuovo Alto rappresentante UE (la figura istituzionale che avrebbe dovuto chiamarsi in un primo momento ministro degli esteri) che sarà anche vicepresidente della Commissione dal 2009 e soprattutto la figura del presidente stabile del Consiglio (al posto della rotazione attuale ogni sei mesi) che resterà in carica cinque volte il predecessore (2 anni e mezzo) e soprattutto sarà una figura di notevole spessore istituzionale. Non solo: il Parlamento avrà più peso e i meccanismi decisionali saranno meno farraginosi.
A questi due aspetti erano legati i due punti in sospeso che vedevano questa volta impuntarsi anche lItalia: Per quanto ci riguardava direttamente la decisione non accettata era quella di ridurre il numero dei nostri rappresentanti al Parlamento da 78 a 72, analogamente a quanto era avvenuto per Francia che però passano rispettivamente da 78 a 74 e a 73. Il risultato ottenuto da Romano Prodi e Massimo DAlema è stato quello di avere un seggio in più, un seggio che però ci farà comunque raggiungere la parità con gli inglesi. Dal 2014, però, la ripartizione dei seggi sarà di nuovo ritoccata per tenere conto del criterio di cittadinanza (come presto dal nuovo Trattato) e cioè non più della sola residenza ma della cittadinanza, indipendentemente da dove si risiede e lItalia, su questo, dovrebbe essere avvantaggiata.
Laltro punto in sospeso che è stato risolto è quello posto dalla Polonia, che si opponeva alle decisioni a maggioranza (punto fondamentale della riforma). Il compromesso è stato quello di permettere il congelamento temporaneo di una decisione presa a maggioranza di essere bloccata da una minoranza per un tempo che laccordo definisce ragionevole. Laccordo raggiunto sarà siglato dai 27 Stati membri il 13 dicembre prossimo ancora a Lisbona.
Nel link riportiamo la sintesi degli accordi che fissano i principi di integrazione del Trattato e una nota dal titolo Da Lisbona riparte la nave dellUnione europea di Pier Virgilio Dastoli, direttore della rappresentanza in Italia della Commissione europea.
A questi due aspetti erano legati i due punti in sospeso che vedevano questa volta impuntarsi anche lItalia: Per quanto ci riguardava direttamente la decisione non accettata era quella di ridurre il numero dei nostri rappresentanti al Parlamento da 78 a 72, analogamente a quanto era avvenuto per Francia che però passano rispettivamente da 78 a 74 e a 73. Il risultato ottenuto da Romano Prodi e Massimo DAlema è stato quello di avere un seggio in più, un seggio che però ci farà comunque raggiungere la parità con gli inglesi. Dal 2014, però, la ripartizione dei seggi sarà di nuovo ritoccata per tenere conto del criterio di cittadinanza (come presto dal nuovo Trattato) e cioè non più della sola residenza ma della cittadinanza, indipendentemente da dove si risiede e lItalia, su questo, dovrebbe essere avvantaggiata.
Laltro punto in sospeso che è stato risolto è quello posto dalla Polonia, che si opponeva alle decisioni a maggioranza (punto fondamentale della riforma). Il compromesso è stato quello di permettere il congelamento temporaneo di una decisione presa a maggioranza di essere bloccata da una minoranza per un tempo che laccordo definisce ragionevole. Laccordo raggiunto sarà siglato dai 27 Stati membri il 13 dicembre prossimo ancora a Lisbona.
Nel link riportiamo la sintesi degli accordi che fissano i principi di integrazione del Trattato e una nota dal titolo Da Lisbona riparte la nave dellUnione europea di Pier Virgilio Dastoli, direttore della rappresentanza in Italia della Commissione europea.
Approfondimenti