Consiglio Nazionale delle Ricerche: o nuove risorse o rischio paralisi

L’appello del Consiglio direttivo al governo e alle forze politiche

Dopo l’ allarme dei direttori del Consiglio Nazionale delle Ricerche che abbiamo diffuso tramite il nostro sito nella Amblavnews della scorsa settimana, dall’ Ufficio stampa del nostro principale istituto nazionale di ricerca ci giunge un appello del Consiglio Direttivo indirizzato al Governo e al Parlamento affinchè venga data maggiore considerazione ai problemi della ricerca. O nuove risorse o rischio paralisi: questo il grido di battaglia che i nostri ricercatori vogliono, giustamente, far giungere non solo all’ opinione pubblica, ma particolarmente alle forze politiche dopo che il governo ha deciso di tagliare ulteriormente i finanziamenti per il 2003.L’ appello del Consiglio direttivo del CNR si è reso drammaticamente necessario, in vista della predisposizione da parte del Governo del bilancio di previsione 2003. Infatti, alla luce dello schema di decreto ministeriale relativo al riparto del ” fondo” MIUR è previsto, tra l’ altro, per il 2003 e 2004, una decurtazione del contributo ministeriale rispetto a quella del 2002. Per il Presidente del CNR, Bianco, senza nuovi finanziamenti i ricercatori dell’ ente rischiano seriamente di non poter accedere ai fondi esterni di ricerca. Il Consiglio direttivo, come si legge nell’ appello, ha preso atto che , in questa ipotesi, l’ Ente, ferma restando la copertura delle spese obbligatorie, non sarebbe in grado di finanziare nemmeno le spese fisse degli Istituti di ricerca e quindi sarebbe costretto alla chiusura degli stessi. Si deve sottolineare che addirittura il 31% del bilancio del CNR è composto da entrate ricavate dal mercato. Un dato molto elevato che pone l’ Ente ai primi posti della classifica europea ( per fare solo un paragone i tedeschi del Max Planck ricevono il 98% delle loro risorse dallo Stato e appena il 2% dal mercato). Tuttavia molte gare internazionali prevedono un cofinanziamento dei progetti di ricerca, il che vuol dire che ogni ente deve avere un minimo di risorse disponibili per poter accedere, come è scritto nell’ appello che riportiamo nel link, ai fondi esterni. Il paradosso potrebbe quindi essere il seguente: un ente come il CNR da una parte sfrutta bene le opportunità che offre il mercato, dall’ altra viene penalizzato da una politica di insufficienza delle risorse statali. Non si deve dimenticare che in tutti i Paesi avanzati la ricerca di base viene finanziata dallo Stato, e non dalle imprese private. E la ricerca di base, non dimentichiamolo, è il presupposto per una politica di sviluppo di un Paese.

Fonte: C.N.R.

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