La presente Comunicazione esamina la situazione attuale del commercio equo e solidale e di altri programmi non governativi (vale a dire privati) in ambito commerciale a garanzia della sostenibilità. La Commissione riconosce da tempo che i consumatori possono contribuire con le lolro decisioni dacquisto al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. La presente comunicazione risponde al crescente interesse testimoniato sia a livello politico, sia dagli acquisti i n aumento da parte dei consumatori UE.
A livello politico il Parlamento europeo ha adottato nel 2006 una relazione sul commercio equo e solidale e lo sviluppo. Tale relazione evidenzia la necessità di u nazione di sensibilizzazione fra i consumatori e il rischio di abusi da parte di imprese che entrino nel mercato del commercio equo e solidale senza rispettarne i criteri di certificazione.Essa riconosce inoltre che il commercio equo e solidale è essenzialmente un fenomeno volontario del settore privato e che una regolamentazione troppo onerosa potrebbe produrre effetti negativi piuttosto che positivi.
Il parere esplorativo espresso nel 2005 dal Comitato economico e sociale europeo (CESE) prende in considerazione i programmi di garanzia per i consumatori. Le principali conclusioni evidenziate riguardano la necessità di una valutazione autorevole della qualità dei programmi di garanzia per i consumatori e di stabilire le definizioni essenziali. Nel giugno 2006 il Consiglio europeo ha adottato la strategia di sviluppo sostenibile rinnovata e ha incoraggiato gli Stati membri a promuovere i prodotti sostenibili, inclusi quelli del commercio equo e solidale.
Ogni anno i consumatori dellUE acquistano prodotti equosolidali certificati per circa 1,5 milioni di euro, vale a dire un livello settanta volte superiore a quello registrato nel 1999, anno in cui la Commissione ha adottato una comunicazione in materia. Tali numeri evidenziano la necessità per i consumatori, per le autorità pubbliche e per le altre parti interessate, incluse le organizzazioni di produttori nei paesi in via di sviluppo di misurare il reale impatto del commercio equo e solidale.
Nella presente comunicazione il termine commercio equo è utilizzato conformemente agli standard fissati dagli organismi internazionali di normazione e di valutazione della conformità che fanno parte dellISEAL (Alleanza Internazionale per laccreditamento e letichettatura sociale e ambientale), così come applicati dalle organizzazioni del commercio equo e solidale. Il termine altri programmi privati a garanzia della sostenibilità è usato per indicare altri programmi di certificazione miranti a informare il consumatore del carattere sostenibile della produzione del prodotto. (Una breve rassegna dei termini e delle organizzazioni figura nellallegato I alla presente Comunicazione).
La presente Comunicazione fornisce un aggiornamento sugli sviluppi che hanno avuto luogo successivamente alla comunicazione della Commissione sul commercio equo e solidale del 1999 e suggerisce considerazioni preliminari sul ruolo delle autorità pubbliche delle parti interessate in relazione al commercio equo e solidale e ad altri programmi privati a garanzia della sostenibilità.
Le questioni da trattare sono rilevanti per diversi settori delle politiche comunitarie, ad esempio la tutela dei consumatori, lo sviluppo economico e sociale, il commercio, la responsabilità sociale delle imprese, lambiente e il mercato interno dellUE.
La presente comunicazione può essere seguita, alloccorrenza, da iniziative più mirate in uno o più settori.
La presente comunicazione non riguarda i programmi di sostenibilità e di certificazione definiti dalle autorità pubbliche (quali il marchio UE di qualità ecologica).
(LG-FF)