NellUE non esistono norme armonizzate sulla notifica o sulla lotta contro la febbre Q negli animali. Le misure di lotta contro le malattie sono generalmente adottate a livello nazionale, regionale o anche aziendale.
Secondo il parere dellEFSA del 27 aprile 2010, negli Stati membri dellUE le conseguenze della febbre Q sulla salute umana e dei ruminanti domestici sono limitate. Tuttavia, in determinate circostanze epidemiologiche e per particolari gruppi a rischio, limpatto sulla salute pubblica e conseguentemente anche sulla società e/o sulleconomia può essere significativo.
E , ad esempio, il caso dei Paesi Bassi dove negli anni 2008 e 2009 si è verificato un aumento di casi umani di febbre Q, dove si sono verificati vari decessi umani.
Il 24 marzo 2010 il ministero dei Paesi Bassi per lAgricoltura ha presentato una richiesta di cofinanziamento nel quadro della decisione 2009/470/CE per la realizzazione di studi tecnici e scientifici sulla dinamica della malattia e sullefficacia di eventuali misure di lotta applicabili ai ruminanti domestici, come l vaccinazione dei caprini.
A norma del regolamento(CE) n. 1290/2005 del Consiglio, del 21 giugno 2005, relativo al finanziamento dalla politica agricola comune, che consente il finanziamento delle misure veterinarie dal parte del Fondo europeo agricolo di garanzia, la Commissione europea è ritenuto opportuno concedere un contributo finanziario agli studi sulla febbre Q nei Paesi Bassi, perché i loro risultati possono fornire nuovi dati che possono contribuire alla futura elaborazione di una normativa veterinaria dellUnione, in particolare per quanto riguarda leventuale adozione di norme armonizzate sul monitoraggio e sulla segnalazione di tale malattia.
Infatti, i risultati degli studi devono essere messi a disposizione della Commissione e di tutti gli Stati membri e presentati, entro il 31 marzo 2012, al comitato permanente per la catena alimentare e la salute degli animali.
(LG-FF)