Convertito il decreto sugli sfratti: novità per i mutuatari.

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 296 del 19 dicembre 2008 è pubblicata la Legge 18 dicembre 2008, n. 199 relativa alla “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 ottobre 2008, n. 158, recante misure urgenti per contenere il disagio abitativo di particolari categorie sociali”.

Diventa legge il decreto n. 158/2008 che ha prorogato al 30 giugno 2009 l’esecuzione dei provvedimenti di rilascio per finita locazione degli immobili ad uso abitativo di particolari categorie sociali.

La legge di conversione n. 199/2008, approvata dalla Camera dei Deputati, dal Senato della Repubblica e promulgata dal Presidente della Repubblica, ha ampliato a tutti i Comuni capoluogo di provincia e i Comuni ad essi confinanti (con oltre 10mila abitanti) e ad “alta tensione abitativa”, l’applicazione del provvedimento. Si tratta di una estensione geografica significativa rispetto all’originario decreto-legge, che limitava la proroga alle sole 14 aree urbane e ai Comuni ad alta tensione abitativa ad essi confinanti.

Tuttavia, la novità più importante non riguarda gli inquilini in affitto ma i mutuatari insolventi, siano essi nuclei familiari o imprese e società in fallimento.
Il nuovo testo del comma 1-quater del dl consente agli istituti autonomi case popolare, comunque denominati o trasformati (Ater e Iacp), di acquistare gli alloggi dei mutuatari insolventi usufruendo delle agevolazioni fiscali previste per l’acquisto della prima casa, al fine di favorire la riduzione del disagio abitativo e la passività delle banche.

L’obiettivo è sostituire la rata di mutuo con un più sostenibile cnone di affitto; il canone (70% del canone “concordato”) ripaga lo Iacp per l’estinzione del mutuo, da rinegoziare. Alla scadenza del contratto di locazione l’inquilino potrà riscattare la casa “secondo modalità stabilite da leggi regionali”. La norma trova applicazione per gli immobili residenziali con le “caratteristiche” degli alloggi di edilizia pubblica, sono escluse le categorie catastali A/1 e A/2.

La misura prospetta una via d’uscita anche agli istituti di credito, evitando i rischi economici (e il prezzo sociale) dei pignoramenti e aste giudiziarie.
Negativo il parere espresso dalle associazioni degli inquilini maggiormente rappresentative a livello nazionale (SICET, SUNIA) che hanno definito questa misura “assurda e inapplicabile, un vera e propria promessa irrealizzabile che beffa le famiglie in difficoltà”. Le osservazioni muovono dalla situazione di dissesto finanziario in cui versano gli enti e dalla loro impossibilità di concorrere con i Comuni e le Regioni nella elaborazione e gestione dei programmi di edilizia sociale per l’affitto.

Le associazioni chiedono al Governo una vera riforma degli affitti muovendo dal blocco delle rivalutazioni annuali dei canoni di locazione (Istat).

Il SICET sollecita il Governo ad istituire con urgenza un tavolo di concertazione nazionale sul tema dell’abitare e in affitto in modo da giungere alla scadenza del 30 giugno 2009 con un programma immediatamente operativo per uscire dall’emergenza.

(LG-FF)

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