Sono seguiti gli interventi del Procuratore Generale della Corte dei Conti dott. Furio Pasqualacci e del rappresentante del Consiglio Nazionale forense, Prof. Avv. Piero Guido Alpa.
Il Presidente della Corte, dott. Lazzaro, ha detto, fra laltro, che Lodierna cerimonia segna linizio di un nuovo anno di attività giurisdizionale e implica un rinnovato impegno verso le responsabilità morali che essa comporta ma anche lobbligo di dare pubblica certezza del lavoro complessivamente svolto dalla Corte nellesercitare le sue varie funzioni che altro non sono che un pubblico servizio da rendersi ai cittadini.
Servizio pubblico questo comunemente compendiato nellespressione tutela della finanza pubblica ma che, più esattamente, dovrebbe qualificarsi come tutela obiettiva dellinteresse dei cittadini ad ottenere dalla Pubblica Amministrazione un uso di risorse pubbliche che sia non solamente legittimo, e cioè conforme alle norme, ma pienamente rispondente ai criteri di sana amministrazione: alla esigenza quindi che la gestione del denaro pubblico sia tale da produrre, con effettività, il miglior risultato possibile in termini di economicità e di efficacia.
E questa una necessità più cogente quanto più ci s trova in presenza di una curca discendente delle risorse complessive.
Poi, il Presidente Lazzaro ha detto ancora che:
Riforme e leggi adottate dal Parlamento saranno destinate a restare lettera morta se non tradotte in atti concreti dallAmministrazione. Dei benefici che possono essere recati da piani, programmi, previsione di aiuti o contributi, il cittadino conosce e gode solo se, e nella misura in cui, sono resi concreti dallattività dellAmministrazione che, già con le riforme avutesi da alcuni anni a questa parte, deve muoversi non più nellottica di una fabbrica di atti amministrativi ma in quella, ben più impegnativa, di realizzatrice in concreto di progetti a beneficio esclusivo della collettività.
Ma è altrettanto necessaria anche la massima trasparenza di ogni agire della Pubblica Amministrazione; là dove essa manchi il cittadino percepisce la funzione pubblica come un qualcosa di estraneo, di diverso da sé e dal proprio mondo, da qui la disaffezione verso le istituzioni e anche verso i centri della politica: male, questo, oscuro e sottile che può costituire un rischio mortale per la vita stessa della democrazia.
(LG-FF)