Corte di Giustizia condanna l’Italia per non aver fatto rientrare il combustibile da rifiuti (CDR) tra i rifiuti: il parere dell’On. Monica Frassoni e il testo della sentenza

SENTENZA DELLA CORTE (Ottava Sezione) nella causa C‑283/07del 22 dicembre 2008: Inadempimento di uno Stato – Direttiva 75/442/CEE – Art. 1 – Nozione di “rifiuto” – Rottami destinati all’impiego in attività siderurgiche – Combustibile da rifiuti di qualità elevata – Trasposizione non corretta.

Monica Frassoni, presidente del gruppo Verdi/ALE al Parlamento europeo, ha così commentato la sentenza della Corte di Giustizia europea che condanna l’Italia per non aver fatto rientrare il combustibile da rifiuti (CDR) tra i rifiuti:

“Si tratta di un’altra sentenza attesa da tempo sul fronte che oppone l’Italia al diritto comunitario per quanto concerne la definizione di varie categori di rifiuti. Già l’anno scorso il nostro psaese era stato condannato per non aver fatto rientrare, nell’ambito della normativa nazionale, le terre da scavo tra i rifiuti.

La sentenza dello scorso 22 dicembre è importante e avrà conseguenze anche sulla gestione della crisi dei rifiuti, poiché anche il cosiddetto CDR di qualità non potrà più essere fatto passare come merce o prodotto e gli inceneritori che lo bruceranno, come quello previsto ad Acerra, non potranno spacciarsi per impianti di produzione di energia qualsiasi, bensì come inceneritori di rifiuti e, come tali, assoggettati alle normative di cui alla nuova direttiva quadro sui rifiuti.”

Pubblichiamo il link da cui si potrà scaricare e consultare il testo della sentenza.

(Pa-Ra)

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