La situazione di difficoltà del mercato del lavoro italiano è colta anche dai dati del Sistema informativo delle Comunicazioni Obbligatorie (CO), che trimestralmente dà conto delle attivazioni e cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente e parasubordinato.
Deve essere precisato che tale rapporto non è direttamente confrontabile con la serie ISTAT di rilevazioni statistiche sulle forze di lavoro, in quanto registra le variazioni dei flussi di dati amministrativi dei rapporti di lavoro e non del numero complessivo dei lavoratori.
E’ infatti doveroso precisare che i dati del sistema CO sono riferiti ai rapporti di lavoro e non ai singoli lavoratori.
Pertanto, un lavoratore che, in uno stesso trimestre venisse assunto e licenziato più di una volta (tipologia non infrequente in lavori di tipo stagionale) viene corrispondentemente registrato più di una volta dal sistema CO.
Con riguardo ai dati pubblicati dal Ministero del Lavoro la scorsa settimana si segnalano, nel IV trimestre del 2012:
– 2.269.764 nuovi rapporti di lavoro
e
3.205.793 contratti di lavoro conclusi.
Con riferimento ai nuovi rapporti, l’incertezza economica ha spinto le imprese a soddisfare la domanda di lavoro con contratti a tempo determinato (per lo più di breve durata) che costituiscono oltre la metà dei nuovi rapporti di lavoro e sono in lieve aumento rispetto allo stesso trimestre dell’anno 2012 (+0,5).
Per quanto concerne le cessazioni, i licenziamenti sono aumentati di 43.256 casi con una variazione in aumento del 15,1% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Poiché le cessazioni sono nel complesso diminuite (-0,2% rispetto all’ultimo trimestre del 2011), l’aumento dei licenziamenti è stato più che compensato dalla diminuzione delle dimissioni, pari a -74.065 (-17,6%). Pur con un nesso causale che non è ancora dimostrabile dal punto di vista statistico, è possibile che si sia verificata una sostituzione tra dimissioni (evidentemente “poco volontarie”) e licenziamenti, come effetto indotto dalla legge n. 92/2012 a seguito della rinnovata e più incisiva procedura in materia di dimissioni in bianco.
Infine, oltre il 35% delle cessazioni riguarda la conclusione dei rapporti di lavoro a tempo determinato.
Con riguardo ai licenziamenti, i dati delle CO non distinguono tra imprese con più o meno di 15 dipendenti, e pertanto non consentono inferenze su possibili nessi di causa-effetto tra il nuovo articolo 18, (con particolare riferimento ai licenziamenti individuali per oggettivo motivo economico per le imprese con più di 15 dipendenti), ne’ consentono di cogliere le conseguenze di crisi aziendali non transitorie che sfociano in procedure di cassa integrazione straordinaria. Nel sistema CO sono inclusi i licenziamenti collettivi ex legge n. 223/91, i licenziamenti individuali per giusta causa, il licenziamento per giustificato motivo oggettivo, quello per giustificato motivo soggettivo, il licenziamento per giusta causa durante il periodo di formazione.
In particolare nel 4° trimestre su 329.259 licenziamenti, sono stati registrati 257.555 licenziamenti per giustificato motivo oggettivo (+ 14,8% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente).