Differenziali nei livelli dei prezzi al consumo tra i comuni italiani.

In questa nota dell’Istat vengono presentati i risultati, relativi al 2009, del progetto di calcolo dei differenziali nei livelli dei prezzi al consumo tra i comuni italiani capoluogo di regione, basato sulla metodologia delle parità di potere d’acquisto.

Il progetto è stato sviluppato congiuntamente da Istat, Unioncamere e Istituto Guglielmo Tagliacarte”, con la collaborazione degli uffici comunali di statistica. Questi risultati – si precisa nella nota di presentazione – hanno carattere sperimentale, ma l’esperienza fin qui realizzata potrà orientare ulteriori approfondimenti su aspetti metodologici e organizzativi riguardanti il calcolo delle parità regionali.

Ai fini di una corretta interpretazione dei risultati, va considerato che gli indici qui presentati, dovendo tenere conto dell’esigenza di garantire contemporaneamente la compatibilità territoriale dei prodotti e la rappresentatività degli stessi nei comportamenti di spesa prevalenti nelle diverse zone del Paese, dipendono dalle scelte metodologiche presentate in dettaglio alla fine del documento. In particolare, viene sottolineato che:
– la metodologia di base utilizzata è coerente con quella adottata a livello internazionale nell’ambito dell’International Comparison Programme, condotto dall’Eurostat, dall’OCSE e dalla Banca Mondiale;
– il paniere di prodotti utilizzato è composto da circa 400 beni e servizi, a loro volta distinti in base a caratteristiche specifiche che possono influenzare la variabilità del prezzo. Ciò ha determinato l’elaborazione di un paniere costituito da circa 3.700 “prodotti specifici”, caratterizzati da un elevato grado di confrontabilità territoriale. Nel complesso, sono state elaborate circa 717.000 quotazioni elementari di prezzo;
– il calcolo è basato in gran parte sull’impianto di rilevazione dei dati per la misura dell’inflazione, opportunamente integrato e modificato per tenere conto della specificità degli indici territoriali, rispetto a quelli temporali. Inoltre, per poco più di un quarto dei prodotti sono stati utilizzati anche dati raccolti mediante indagini ad hoc condotte sul territorio.

Nel 2009 i differenziali nei livelli dei prezzi al consumo tra le diverse città italiane risultano non trascurabili. In generali, i prezzi registrati nelle città settentrionali sono superiori a quelli dei capoluoghi del Centro e soprattutto del Mezzogiorno del Paese. La città più cara è Bolzano (105,6) e quella meno cara è Napoli(93,8): nel complesso la dispersione del livello dei prezzi nelle diverse città intorno alla media nazionale è del 3,7 per cento.
Come città più care, dopo Bolzano (prezzi superiori del 5,6 per cento rispetto al li vello medio nazionale) si trovano Bologna (più 4,9 per cento e Milano (più 4,7 per cento); come città meno care, dopo Napoli (prezzi inferiori alla media del 6,2 per cento) compaiono Campobasso (meno 5,8 per cento) e Potenza (meno 5,3 per cento).

Analizzando la parità di potere d’acquisto calcolate per i diversi raggruppamenti di spesa emergono due gruppi di città, caratterizzati da prezzi sistematicamente più alti (o più bassi) rispetto alla media nazionale per tutti gli aggregati di spesa considerati: quelle che evidenziano livelli dei prezzi superiori alla media nazionale in tutti i raggruppamenti di spesa sono Bolzano, Milano e Genova. I capoluoghi che registrano livelli dei prezzi sistematicamente inferiori a quelli medi nazionali sono Palermo, Potenza e Campobasso. Tutte le città che fanno parte del gruppo di quelle sistematicamente più care sono situate nell’Italia settentrionale; tutte quelle del gruppo delle città persistentemente meno nell’Italia meridionale.

I raggruppamenti di spesa che registrano la maggiore dispersione dei livelli dei prezzi al consumo tra le città sono quelli relativi a Abitazione, acqua, energia elettrica e combustibili e Servizi sanitari e spese per la salute. Sul lato opposto, l’aggregato con la maggiore omogeneità dei livelli territoriali dei prezzi è quello dei trasporti e comunicazioni, seguito da abbigliamento e calzature.

(LG-FF)

Approfondimenti

Precedente

Prossimo