Direttiva quadro sulla sicurezza nei luoghi di lavoro

Il Parere della Commissione europea che il 5 febbraio scorso ha comunicato al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale, e al Comitato delle regioni nella quale vengono analizzate a distanza di quindici anni fa il punto sulle disposizioni delle direttive che si occupano di sicurezza sul lavoro.

Con il documento COM (2004) 62 definitivo, fatto a Bruxelles il 5 febbraio 2004, la Commissione europea ha comunicato al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni il proprio Parere sull’ applicazione nella comunità , a distanza di quindici anni dalla sua adozione, della direttiva quadro sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (89/391/CEE) e delle sue 5 pr5incipali direttive collegate ( la 89/654 sulle prescrizioni minime di sicurezza sui luoghi di lavoro, la 89/655 sull’ utilizzo delle attrezzature da lavoro, la 89/656 sui dispositivi di protezione individuale, la 90/269 sulla movimentazione manuale dei carichi e la 90/270/CEE sulle attrezzature schermanti per la protezione degli occhi). Il rapporto – il cui testo riportiamo nel link in lingua originale inglese, riservandoci di inserire quanto prima il testo tradotto in italiano – riporta un’ analisi sugli effetti giuridici che la direttive hanno avuto nelle varie legislazioni nazionali prima di spostare l’ analisi sulla reale applicazione delle disposizioni comunitarie, evidenziando eventuali ritardi nella trasposizione. Viene, comunque, sottolineato nella Comunicazione della Commissione che la legislazione europea ha fino ad oggi sortito effetti positivi sulle singole legislazioni nazionali : le misure prese dopo l’ adozione della direttiva quadro ( e delle cinque direttive collegate) sulla sicurezza nei luoghi di lavoro hanno infatti largamente contribuito a migliorare le condizioni di lavoro, la produttività, la competitività e il lavoro stesso. I dati statistici e i rapporti nazionali sui progressi realizzati indicano in effetti un notevole miglioramento della protezione dei lavoratori e evidenziano come l’ applicazione della normativa europea abbia avuto un ruolo cruciale nella diminuzione degli incidenti e delle malattie. Le cifre sono infatti convincenti ed evidenziano reali progressi strutturali. Stime preliminari realizzate sulla base dei dati forniti da Eurostat per l’ anno 2000 mostrano che, per 100 mila lavoratori, il numero di incidenti che hanno causato un assenza dal lavoro superiore a tre giorni sono diminuiti da 4.539 casi del 1994 ( cioè prima dell’ adozione della direttiva quadro ) ai 4016 del 2000. L’ abbassamento di questo indicatore evidenzia dunque un netto miglioramento, soprattutto se si tiene conto dell’ evoluzione e della struttura dell’ economia e della tipologia degli impieghi e soprattutto se si considerano i nuovi rischi professionali. I settori e gli impieghi ad alto rischio corrispondono a quelli in cui minore è l’ applicazione della legislazione comunitaria ( piccole e medie imprese) e questo conferma che una maggiore applicazione della normativa aiuterebbe a migliorare la situazione. L’ alto livello di sicurezza che viene richiesto dalla direttiva quadro e delle sue 5 direttive collegate potrà essere veramente efficace solo se tutti gli interessati si impegneranno a rispettarne le disposizioni. Le conclusioni che vengono formulate dalla Commissione nel rapporto è che, malgrado i progressi fatti, gli Stati membri rafforzino ancor più il loro impegno per l’ applicazione delle direttive in modo che le norme di sicurezza vengano applicate a tutti i settori dell’ economia.

Fonte: Eur-Lex

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