Donne e lavoro, più della metà degli infortuni mortali avvengono in itinere

Il “Dossier donne 2020” pubblicato dall’INAIL conferma la maggiore incidenza tra le lavoratrici degli incidenti che avvengono nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro. Tra le malattie professionali denunciate spiccano le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo e quelle del sistema nervoso, pari a oltre il 90% del totale.

INAIL pubblica il nuovo “Dossier donne”, un approfondimento sul fenomeno infortunistico e tecnopatico al femminile.

INFORTUNI SUL LAVORO

Dall’analisi dei dati annuali, aggiornati allo scorso 31 ottobre, emerge che tra il 2014 e il 2018, a fronte di un aumento del 4,7% dell’occupazione femminile, le denunce di infortunio delle lavoratrici sono diminuite del 3,3%, dalle 238.010 del 2014 alle 230.509 del 2018. La flessione è maggiore rispetto a quella rilevata tra i lavoratori (-2,4%), per i quali l’occupazione è aumentata del 3,9%.

I casi mortali denunciati per le lavoratrici sono stati due in più, dai 114 del 2014 ai 116 del 2018, pari a un incremento percentuale dell’1,8%, più contenuto rispetto al +5,1% rilevato nello stesso periodo tra i lavoratori. Come per gli uomini, l’incremento contenuto degli infortuni mortali delle donne registrato nel quinquennio è la sintesi di un andamento altalenante nel corso degli anni, anche per singolo ramo di attività.

I dati del 2018 confermano la rilevanza per le lavoratrici degli incidenti in itinere. Il numero degli infortuni avvenuti nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, infatti, supera quello dei lavoratori sia in valore assoluto – rispettivamente 53.386 casi contro 50.003 – sia in percentuale rispetto al totale delle denunce di ciascun genere (23,2% contro 12,1%). La differenza di genere è ancora più marcata per le denunce di infortunio con esito mortale: nel 2018, infatti, più di un decesso femminile su due – 59 su 116, pari al 50,9% – è avvenuto in itinere, rapporto che per gli uomini scende a circa uno su quattro (26,8%).

Queste differenze si spiegano con il fatto che le donne sono occupate prevalentemente in attività meno pericolose rispetto agli uomini, come quelle del personale domestico e dell’assistenza sociale domiciliare, che però possono richiedere spostamenti frequenti tra l’abitazione e il luogo di lavoro.

MALATTIE PROFESSIONALI

Le denunce di malattia professionale delle lavoratrici nel 2018 sono state 15.992, pari al 26,9% delle 59.504 tecnopatie denunciate nel complesso. Il numero delle denunce è in crescita dello 0,9% rispetto all’anno precedente, ma in flessione del 4,6% rispetto al dato del 2014.

Il 74,1% delle denunce femminili di malattia professionale è concentrato nella gestione più grande dell’Industria e servizi (contro l’81,6% dei maschi), il 23,5% nell’Agricoltura e il restante 2,4% nel Conto Stato. Quest’ultima gestione, a causa della forte presenza femminile tra gli occupati di molti settori del pubblico impiego, come la scuola e i ministeri, detiene il primato di incidenza percentuale femminile tra le denunce di patologie lavoro-correlate (394 casi su 671, pari al 58,7% del totale).

I dati del 2018 confermano che sono state soprattutto le malattie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo e quelle del sistema nervoso a colpire i lavoratori nel complesso (77,3% del totale delle denunce). La differenza tra donne e uomini, però, è molto marcata: le patologie citate rappresentano infatti il 90,3% delle denunce delle lavoratrici (oltre 14mila delle 15.992 complessive), contro il 72,5% delle denunce dei lavoratori.

DOSSIER DONNE 2020
Sommario
DONNE E LAVORO
L’ANDAMENTO INFORTUNISTICO
LE MALATTIE PROFESSIONALI
INFORTUNI AL FEMMINILE: I DATI DEL 2018 IN PILLOLE

Fonte: INAIL

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