Donne, “Fiori dal cemento”, storie di donne che lavorano

“Fiori dal cemento”, storie di donne che lavoranoche lavorano nelle costruzioni
Un’impiegata dell’edilizia, una restauratrice e due operaie del legno

Fiori dal cemento”, storie di donne che lavorano nelle costruzioni
Un’impiegata dell’edilizia, una restauratrice e due operaie del legno
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Sono le testimoni di percorsi di vita e di lavoro esemplari, in un libro a otto mani che racconta per la prima volta un settore prettamente maschile dal punto di vista femminile e la fatica di tenere insieme i pezzi, apparentemente inconciliabili, della propria vita

Quattro scrittrici per raccontare storie di donne che fanno un lavoro da uomini e resistono, con pazienza e dignità, a una vita di sacrifici e, talora, di abusi. Sono Raffaella R. Ferrè, Carmen Pellegrino, Maria Cristina Sarò e Cristina Zagaria e le ha riunite la Rete Fille@donna Cgil attorno al progetto “Fiori dal cemento. Storie di donne che costruiscono”, che è diventato un libro per Caracò edizioni, piccola casa editrice indipendente partenopea.

Il volume presentato a Napoli alla vigilia della Festa della donna. Presentato in anteprima a Napoli alla vigilia della Festa della donna, il volume punta a far conoscere, per la prima volta con uno sguardo diverso rispetto alla pura e semplice trattazione sindacale di genere, il lavoro delle donne del settore delle costruzioni. Un’impiegata dell’edilizia, una restauratrice e due operaie del legno sono le testimoni di percorsi di vita e di lavoro esemplari, non limitati alla loro esperienza. I loro racconti in prima persona descrivono un contesto in cui non c’è differenza tra uomo e donna, e fanno emergere bisogni, difficoltà sul lavoro ma anche affetti e relazioni con gli altri, oltre ai rapporti con il sindacato.

Una realtà fatta di sofferenza, soprusi e ricatti”. Come scrive nella prefazione del libro Walter Schiavella, segretario generale di Fillea Cgil, ”non è una analisi politica, economica o sociologica, è la vera voce del lavoro femminile in settori difficili, respingenti e solitamente maschili. Sono storie singole e diverse tra loro, ma poi via via che si scorrono le pagine sembrano diventare una voce corale. Le stesse vite ed esperienze di queste lavoratrici rappresentano un solo mondo fatto di sofferenza e di soprusi, di ricatti, di grande pazienza e fatica nel costante tentativo di tenere insieme mille pezzi, apparentemente inconciliabili tra loro: il lavoro e la famiglia, il proprio ruolo nella società con le responsabilità legate all’educazione dei figli, il lavoro e la realizzazione dei propri studi, dei propri sogni e progetti”.

“Il filo rosso è la loro pazienza e determinazione“.
“L’ordine pratico del quotidiano – spiega Raffaella R. Ferrè – la colla di azioni da compiere, il necessario margine per gestire le incognite giorno per giorno, senza mai perdere la prospettiva lunga: ecco cosa si chiede alle donne raccontate in queste pagine, dare un senso, a sé stesse e al proprio lavoro”. Il lavoro è posto come base comune di percorsi formativi, culture e provenienze diverse, come paradigma per affermare la propria identità. “Il restauro, l’edilizia, il legno, costruzioni e mantenimento delle stesse – aggiunge Ferrè – sono per queste donne qualcosa che deve esser destinato a durare per sempre, come il loro impegno, la loro forza, la volontà, in un mondo che non lascia spazio ad aspirazioni, desideri e talenti. Non è solo il lavoro, il filo rosso di questa antologia, ma la loro fatica, la loro pazienza e la loro determinazione”.

Fonte: INAIL

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