EEA presenta uno studio sui veicoli elettrici in Europa

Ancora basso il numero di veicoli elettrici circolanti in UE, nonostante le loro potenzialità per la riduzione delle emissioni climalteranti.

L’uso dei veicoli elettrici aiuterebbe la transizione verso un futuro di trasporto verde nella UE, ma attualmente solo l’1,2% delle auto vendute sono elettriche e la loro quota complessiva è pari allo 0,15% dell’intera flotta automobilistica europea.
Il settore dei trasporti è responsabile di circa un quarto del totale europeo di emissioni di gas serra, in particolare nelle città dove le alte concentrazioni di inquinanti da traffico superano anche di molto gli standard di qualità dell’aria fissati dalla UE e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Un rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente presenta uno studio dettagliato sui veicoli elettrici oggi disponibili in Europa.
Si tratta di una panoramica non strettamente tecnica, che ha essenzialmente lo scopo spiegare il funzionamento ed evidenziare i vantaggi e gli svantaggi dei diversi tipi di auto elettriche e ibride ora disponibili nel mercato, con cenni anche ad altri mezzi per il trasporto su strada quali biciclette, furgoni, veicoli pesanti e autobus.

Per valutare i futuri impatti sul sistema energetico dell’UE-28 e le emissioni associate sono stati esplorati più scenari uno dei quali prevede che al 2050 i mezzi elettrici alimentati da fonti rinnovabili coprano l’80% del parco auto.
In questa ipotesi le emissioni di gas serra al 2050 si ridurrebbero fino all’80-95%, portando un importante contributo alla transizione della UE verso un sistema più sostenibile.
In tale scenario sarebbe necessario un incremento della produzione di energia, ma nel complesso, anche se nei paesi con una quota elevata di centrali a combustibile fossile i benefici ambientali sarebbero più bassi, la riduzione delle emissioni di anidride carbonica nel settore dei trasporti su strada sarebbe superiore persino agli incrementi derivati dall’uso continuato dei combustibili fossili per la produzione di elettricità.

Nel complesso, nella UE-28 si avrebbe una riduzione netta di 255 milioni di tonnellate di anidride carbonica al 2050 pari a circa il 10% del totale delle emissioni annue e significativi decrementi di altri inquinanti atmosferici come gli ossidi di azoto e particolato.
A rischio di aumento, invece, il biossido di zolfo in caso di utilizzo di carbone per aumentare la produzione elettrica.
Nello scenario 80%, la quota del consumo totale di energia elettrica in Europa da veicoli aumenterebbe da circa lo 0,03% del 2014, al 9,5% nel 2050, cioè tra il 3% e il 25% della domanda totale di energia elettrica a seconda del numero di veicoli elettrici previsti in ciascuna nazione.

Nel complesso, per ricaricare le auto elettriche sarebbe necessaria una potenza elettrica aggiuntiva di 150 GW.
Tale aumento di produzione dovrebbe essere accompagnato da un migliore coordinamento tra politiche energetiche e investimenti. L’incremento di produzione dovrebbe essere ottenuto da fonti rinnovabili ed essere corredato dal potenziamento delle reti e dalla creazione delle infrastrutture necessarie, come per esempio le stazioni di ricarica.

L’integrazione dell’ulteriore domanda di energia derivata dalla diffusione dell’uso dei veicoli elettrici rappresenta una nuova sfida per la gestione di sistemi di produzione, alimentazione e gestione delle reti a livello locale, nazionale ed europeo.
In questa prospettiva l’incremento di veicoli elettrici può contribuire a ridurre significativamente le emissioni, ma non è di per sé sufficiente la semplice sostituzione dei veicoli convenzionali.

Fonte: ARPAT

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