ENEA, nuove metodologie per monitorare le microplastiche nei laghi

Nella seconda fase del progetto Life Blue Lakes, coordinato da Legambiente, i ricercatori dell’ENEA svilupperanno un quadro metodologico standardizzato e innovativo per il campionamento, l’analisi e il monitoraggio della presenza di microplastiche nelle acque lacustri. Oltre all’attività di monitoraggio è previsto anche il trasferimento dei dati alle istituzioni preposte alla salvaguardia ambientale.

Indagare sul rischio microplastiche nei laghi, sviluppando un quadro metodologico standardizzato e innovativo per il campionamento, l’analisi e il monitoraggio della presenza di questo inquinante emergente nelle acque lacustri. È quanto si propongono i ricercatori dell’ENEA che fino al 13 luglio sono impegnati nei laghi Maggiore, Como e Garda nella seconda fase del progetto Life Blue Lakes, coordinato da Legambiente, che prevede oltre all’attività di monitoraggio delle microplastiche anche il trasferimento dei dati alle istituzioni preposte alla salvaguardia ambientale e l’avvio di azioni dimostrative e di confronto con le Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente (ARPA).

L’occasione è la ripresa della campagna di Goletta dei Laghi in collaborazione con ENEA dopo lo stop dovuto all’emergenza COVID-19, per monitorare la salute dei laghi italiani e promuovere gli esempi virtuosi di gestione sostenibile.

Secondo gli ultimi dati dell’ENEA le particelle di plastica inferiori a 5 millimetri minacciano sempre di più i laghi italiani: nei bacini Maggiore, Como e Garda, monitorati dal 2016 al 2019, le concentrazioni delle microplastiche variano da 10 mila a 230 mila particelle/km2. In tutti questi laghi è risultata prevalente la presenza di frammenti e filamenti di polietilene (PE), polipropilene (PP) e polistirene (PS).

A livello operativo, il protocollo di monitoraggio che i ricercatori del Laboratorio ENEA di Biodiversità e servizi ecosistemici finalizzeranno in autunno, sarà articolato in quattro fasi, ciascuna per i tre elementi analizzati (acqua superficiale, colonna e sabbie): l’analisi preliminare, il piano di monitoraggio, le attività in situ e in laboratorio. Le informazioni saranno poi estese ai referenti tecnici delle ARPA durante uno specifico corso di formazione, un trasferimento di conoscenze importante anche in considerazione dell’entrata in vigore della nuova Direttiva 2020/2184 dell’Unione europea, che impone il controllo della presenza delle microplastiche nelle acque potabili e ne richiede l’armonizzazione dei metodi di analisi.

“Si tratta di una tappa fondamentale di Life Blue Lakes, che segna il proseguimento del percorso di collaborazione e trasferimento di conoscenze e modalità operative iniziato già lo scorso anno con i tecnici dell’ARPA Umbria, partner di progetto sull’attività di campionamento delle microplastiche, alla quale seguirà nel periodo autunnale la fase in laboratorio” sottolinea Maria Sighicelli del Laboratorio ENEA di Biodiversità e servizi ecosistemici. “Non esiste ancora – aggiunge – una standardizzazione di metodi e programmi relativi al monitoraggio delle microplastiche nei bacini lacustri, il nostro obiettivo pertanto è recuperare il gap relativo al quadro conoscitivo e metodologico già molto avanzato per l’ambiente marino, per il quale invece molto è stato fatto negli ultimi anni”.

Fonte: ENEA

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