Eurispes-Rapporto Italia 2010: cresce la fiducia nelle istituzioni, Napolitano in testa.

Dal Rapporto Italia 2010 Eurispes (Istituto di studi politici economici e sociali), presentato venerdì 29 gennaio 2010 presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, risulta che cresce la fiducia degli italiani verso il Presidente Napolitano, la Chiesa e la Magistratura, Calano i consensi su scuola e organizzazioni sindacali. Ma viene segnalato anche che l’Italia occupa, a parità di potere d’acquisto, il 23° posto sui trenta monitorati per quanto riguarda gli stipendi.

Il Rapporto Eurispes 2010, che si articola in 60 schede tematiche, vede il Presidente della Repubblica in testa con consensi che sfiorano il 70%. In particolare il Presidente Napolitano ha maggiore appeal presso gli over65 che gli accordano la propria fiducia nel 73% dei casi (contro il 25,4% degli sfiduciati della stessa classe di età) e tra coloro i quali hanno tra i 45 e i 64 anni (73,7% vs 23,4%). Si tratta di un consenso diffuso che tocca comunque tutte le fasce di età e non scende mai al di sotto del 60%.

La Magistratura riprende quota. Nel 2009, infatti, la fiducia era al 44,4%, nel 2010 è aumentata di 3,4 punti.
Aumenta di quasi 6 punti percentuali il gradimento dei cittadini nei confronti dell’Arma dei Carabinieri, passando dal 69,6% del 20°09 al 75,3% nel 2010. A seguire la polizia di Stato e la Guardia di Finanza. Cala invece il consenso nella polizia penitenziaria, probabilmente in seguito ai fatti di cronaca e alle presunte violenze nei confronti dei detenuti, come nel caso Cucchi.

Segnali più che positivi per la Chieda: il 47,3% degli italiani ha affermato – secondo il Rapporto Eurispes – di riporvi abbastanza o molta fiducia. Calano invece i consensi verso la scuola – una delle istituzioni che continua a perdere fiducia da parte degli italiani – e verso le organizzazioni sindacali.
La situazione di capovolge nel giudizio espresso nei confronti del Governo: i fiduciosi sono soltanto il 26,7% che segnano inoltre un calo, seppur lieve, rispetto al 2009 quando erano al 27,7%.
L’analisi effettuata per il Governo è similare a quella che è possibile evidenziare per il Parlamento che tra il 2004 e il 2010 si è mantenuto su una linea di tendenza che ha oscillato tra il 24% e il 36% dei consensi.

Unica eccezione, rispetto a questo andamento, il 2008 che registrò un calo vistoso quando i cittadini che affermavano di avere abbastanza (17,5%) e molta fiducia (1,9%) nel Parlamento erano in totale il 19,4%. Nel 2010, il Parlamento raccoglie il 26,9% della fiducia discostandosi di poco, ma con segno positivo dal 2009.
Per quanto riguarda la situazione economica, nel Rapporto risultano in aumento i pessimisti: le percentuali degli italiani che considera il quadro nettamente peggiorato è del 47,1% nel 2010 contro il 37,6% di due anni prima. Il 59,1% esprime inoltre un giudizio negativo sulla propria situazione finanziaria, contro un modesto 6,9% che la valuta lievemente migliorata o molto migliorata.
Grazie al forte prelievo fiscale, siamo inoltre fanalino di coda in Europa quanto a stipendi. Ammonta a poco più di 14.700 euro (21.374 dollari) il salario netto annuo percepito da un cittadino italiano. Una cifra che pone il Paese al ventitreesimo posto, in coda agli altri paesi europei dove le retribuzioni nette annue si aggirano in media ai 25.000 dollari: in Germania 29.57°, in Francia 26.010, in Spagna. Stanno peggio di noi solo Portogallo (19.150), Repubblica Ceca (14.540), Turchia (13.849), Polonia (13.010), Slovacchia (11.716), Ungheria (10.332) e Messico (9.716).

I lavoratori italiani incassano dunque ogni anno retribuzioni pari al 17% in media della media OCSE. Al contrario, il cuneo fiscale (la differenza tra costo del lavoro e retribuzione netta) arriva a pesare –nel caso di un lavoratore dal salario medio single e senza figli – per il 46,%% che determina la sesta posizione dell’Italia tra i 30 paesi Ocse. Insomma, si legge nel Rapporto che, “volendo fare un paragone con gli altri cittadini europei, il lavoratore italiano percepisce un compenso salariale che è inferiore del 44% rispetto al dipendente inglese, guadagna il 32% in meno di quello irlandese, il 28% in meno di quello tedesco, il 19% in meno di un greco, il 18% in meno del cittadino francese e il 14% in meno di quello spagnolo. I lavoratori italiani dunque incassano ogni anno retribuzioni medie tra le più basse dei paesi industrializzati, mediamente il 17% in meno della media Ocse, il cui valore è pari a 25.739 dollari”.

(LG-FF)

Fonte: Eurispes

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