Frane e alluvioni in Italia: 12mila vittime in 100 anni – dal 1994, costo 242,5 miliardi Euro

nuovo rapporto Ance-Cresme

Frane e alluvioni in Italia: 12mila vittime in 100 anni.

Presentata l’inchiesta multimediale sul dissesto idrogeologico nel nostro paese e il nuovo rapporto Ance-Cresme:
– tra il 2002 e il 2014 si contano 293 morti, 24 solo l’anno scorso

È un dramma senza fine, destinato per di più a diventare una costante nelle nostre vite. Frane e alluvioni in Italia continuano ad aumentare:
da poco più di 100 eventi l’anno tra il 2002 e il 2006
siamo gradualmente arrivati a:
351 del 2013
– 110 solo nei primi 20 giorni del 2014
.

Ad essere in gioco non è solo la salute del nostro territorio, ma anche la vita degli sessi abitanti: negli ultimi 12 anni hanno perso la vita 328 persone.

Sono alcuni dei dati raccolti in #dissestoitalia, la prima grande inchiesta multimediale sul dissesto idrogeologico presentata a Roma da Ance, architetti, geologi e Legambiente e realizzata da un gruppo di giornalisti indipendenti di Next New Media.

Con l’obiettivo di fare luce su cause e dimensioni del fenomeno in Italia, ma soprattutto di proporre soluzioni concrete e condivise, imprenditori, professionisti e ambientalisti hanno collaborato per tre mesi realizzando un reportage attraverso i luoghi simbolo del dissesto. Analisi, immagini, dati e testimonianze sono state raccolte in un webdoc e verranno diffusi e utilizzati per sensibilizzare politica, istituzioni e opinione pubblica.

Secondo il nuovo rapporto Ance-Cresme sul dissesto idrogeologico in Italia, presentato oggi, dal 2002 a oggi si sono verificati quasi 2mila episodi di dissesto e il 2013 ha fatto registrare un triste primato con 351 eventi tra frane e alluvioni.

Nel gennaio 2014 in soli 23 giorni (data dell’ultima rilevazione) si sono registrati 110 episodi in tutto il territorio italiano.

In poco più di 100 anni ci sono stati 12.600.
Tra morti, dispersi o feriti e più di 700mila sfollati a causa del dissesto.

Tra il 2002 e il 2014 si contano 293 morti, 24 solo l’anno scorso.

L’82% dei comuni, dice ancora il rapporto Ance-Cresme, è esposto a rischio idrogeologico e sono oltre 5 milioni e 700 mila i cittadini che vivono in un’area di potenziale pericolo.

Nel 2013 la popolazione che vive nelle aree di rischio è più numerosa nel nord est (1.629.473 cittadini), seguito dal sud (1.623.947), dal nord ovest (1.276.961), dal centro (1.081.596) e dalle isole (90.794).

Uno degli aspetti più paradossali è l’alto grado di rischio che riguarda i luoghi in cui dovremmo sentirci maggiormente al sicuro: scuole e ospedali.

Una scuola su dieci è in potenziale pericolo: 6.400 edifici scolastici, sui 64.800 totali presenti in Italia sorge infatti in un’area a rischio frana o alluvione.

Lo stesso discorso vale per gli ospedali: 550 strutture si trovano in una zona a rischio.

Ma non siamo sicuri neanche nei luoghi di lavoro: sono 46.000 Le industrie che si trovano in territori a rischio idrogeologico

Se contiamo anche gli uffici, i negozi e le altre attività saliamo a 460.000.

Il costo complessivo dei danni provocati in Italia da terremoti, frane e alluvioni dal 1994 a oggi è di 242,5 miliardi di euro, circa 3,5 miliardi l’anno.

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