Garante privacy: la riforma RAI non è più rinviabile.

E’ quanto ha dichiarato il Presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Corrado Calabrò, nella Relazione annuale sull’attività svolta e sui programmi di lavoro, tenuta a Roma il 15 luglio scorso, il cui testo riportiamo nel link.

Riforma della RAI non più rinviabile, importante sotto l’aspetto ideologico – politico e urgente sul piano pratico perché la “RAI non può competere – e non può nemmeno funzionare accettabilmente – impacciata, com’è, da un reticolo di norme amministrativo contabili che mal si attaglierebbero a un’amministrazione tradizionale (e che non sono affatto inscindibili dalla missione di servi zio pubblico dell’ente) e, nel contempo, paralizzate da spinte e controspinte politiche”.

Lo ha affermato il Presidente dell’AGCOM, Corrado Calabrò, nella sua Relazione a annuale. Secondo Calabrò, è poi ora di ire basta gli approfondimenti “dominati da fatti di cronaca raccontati con l’occhio rivolto all’audience”, obiettivo che “porta a smodate intrusioni nella vita privata delle persone”, e contro la “mimesi del processo” in televisione, cioè la prassi di trasferire i giudizi dalle aule dei tribunali al piccolo schermo. Inoltre, è indispensabile puntare alla riforma della par condicio perché “le difficoltà riscontrate nell’applicazione della legge vigente – difficoltà che hanno sfiorato l’impraticabilità – confermano la necessità della sua revisione, che è necessaria per adeguare la legge sia alla realtà cui intendeva riferirsi sa al mutamento tecnologico intervenuto (basta pensare a Internet)”.

Quanto all’andamento del mercato nell’ultimo anno, sottolinea Calabrò, dal duopolio, che ancora caratterizza la distribuzione degli ascolti, si è passati al “mercato a tre”, con RAI, Mediaset e Sky che occupano “posizioni comparabili” sul fronte dei ricavi, grazie alla crescita del satellite. Infatti, si sono registrati “un ulteriore consolidamento del peso della televisione a pagamento rispetto all’ammontare complessivo delle risorse del settore, un rafforzamento delle nuove piattaforme digitali, satellitare e terrestre, a scapito della tv analogica (con oltre la metà delle famiglie, il 54,3%, dotate di tv digitale), un aumento della pressione competitiva determinato da un processo di transfluenza che vede le televisioni tradizionalmente free fare il loro ingresso nella tv a pagamento e l’acquisto di crescenti quote di mercato pubblicitario da parte degli operatori i pay tv”.

Quanto alle tecnologie, “espansione del settore tlc con le vecchie tecnologie, che pure ha registrato tanti successi, è ormai giunta al capolinea”: “senza il passaggio alla banda larga il digital divide” si estenderà “tra i Paesi avanzati che procedono ad alta velocità e l’Italia instradata su binari a scartamento ridotto”.

Affrontando poi il settore dei rapporti con gli utenti Calabrò ha sottolineato che sono insoddisfatti, tanto che sono state 60 mila le segnalazioni nell’ultimo anno, e l’ammontare delle sanzioni irrogate l’anno scorso per la violazione di disposizioni a tutela dei consumatori è stato quasi di 8 milioni di euro, circa tre volte quello del precedente periodo di riferimento.

(LG-FF)

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