Gestione della qualità delle acque di balneazione

Sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE L 64/37 del 4 marzo 2006 è pubblicata la Direttiva 2006/7/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 febbraio 2006, relativa alla gestione della qualità delle acque di balneazione e che abroga la Direttiva 76/160/CEE.

Deliberando secondo la procedura di cui all’articolo 251 del trattato che istituisce la Comunità europea e visto il progetto comune approvato dal Comitato di conciliazione dell’8 dicembre 2005, il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea hanno adottato la Direttiva 2006/7/CE del 15 febbraio 2006 che stabilisce disposizioni in materia di:
-monitoraggio e classificazione della qualità delle acque di balneazione;
-gestione della qualità delle acque di balneazione e
-informazione al pubblico in merito alla qualità delle acque di balneazione.
La direttiva è , dunque, finalizzata a preservare, proteggere e migliorare la qualità dell’ambiente e a proteggere la salute umana, integrando la direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000,che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque.
La direttiva 2006/7/CE, partendo dal presupposto che l’acqua è una risorsa naturale limitata e, in quanto tale, la sua qualità deve essere protetta, difesa, gestita e trattata, si attiene alle conoscenze scientifiche nell’applicare i parametri indicatori più affidabili che consentono di prevedere i rischi microbiologici per la salute e di conseguire un livello di protezione elevato.
Partendo dai dati scientifici e tecnici disponibili, la direttiva stessa ritiene opportuno abrogare la direttiva 76/160/CEE del Consiglio dell’8 dicembre 1975, richiamandosi alla Decisione n. 1600/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 22Il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea, nell’adottare questa nuova direttiva per una politica di sviluppo sulle acque di balneazione, sostengono che per incrementare l’efficienza e l’uso delle risorse, la direttiva del 2006 deve essere strettamente coordinata alle normative comunitarie del settore delle acque, come le direttive del Consiglio 91/271/CEE, del 21 maggio 1991, concernente il trattamento delle acque reflue urbane, e 91/676/CEE , del 12 dicembre 1991, relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole.
La nuova direttiva si applica a qualsiasi parte di acque superficiali nella quale l’autorità competente prevede che un congruo numero di persone pratichi la balneazione e non impone un divieto permanente di balneazione, né ha emesso un avviso che sconsiglia permanentemente la balneazione. Infatti, la direttiva – che entrerà in vigore entro il 24 marzo 2008 – non si applica alle piscine e terme e alle acque confinate soggette a trattamento o utilizzate a fini terapeutici.

Fonte: Eur-Lex

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