Giornata internazionale della montagna, presentato il primo rapporto sui ghiacciai alpini di Legambiente e CGI

Legambiente presenta il primo rapporto sui ghiacciai alpini realizzato in collaborazione con il Comitato Glaciologico Italiano (CGI). Mappe, grafici e descrizione dettagliate illustrano lo stato di salute dei dodici ghiacciai alpini monitorati dal 17 agosto al 4 settembre 2020 nel corso della prima edizione della Carovana dei ghiacciai.

Crisi climatica e inquinamento minacciano sempre di più i giganti bianchi, testimoni del clima che cambia e sentinelle della qualità dell’aria. Negli ultimi 150 anni la riduzione areale dei ghiacciai si attesta al 60% nelle Alpi, con punte dell’82% nelle Alpi Giulie e 97% nelle Marittime.

Legambiente, in occasione della Giornata internazionale della montagna dell’11 dicembre 2020, presenta il report sui ghiacciai alpini “La Carovana dei ghiacciai” e lancia un pacchetto di 12 proposte per affrontare adeguatamente l’acuirsi dei cambiamenti climatici in montagna.

La crisi climatica mette sempre più in pericolo i ghiacciai alpini. Il riscaldamento climatico determina sulle Alpi italiane pesanti e molteplici effetti ambientali, tra i quali la perdita di neve e ghiaccio e la degradazione del permafrost. Si stima che la superficie glacializzata dell’arco alpino si sia ridotta del 60% negli ultimi 150 anni. La deglaciazione colpisce soprattutto le Alpi Orientali dove, stando agli ultimi dati diffusi dal Comitato Glaciologico Italiano (CGI), nello stesso intervallo di tempo i ghiacciai delle Alpi Giulie hanno visto ridursi il proprio volume del 96% e la propria area dell’82%. Situazione non buona anche per i ghiacciai delle Alpi Occidentali e Centrali: sulle prime, sono praticamente scomparsi i ghiacciai delle Alpi Marittime e vi sono molti ghiacciai in cui l’arretramento della fronte ha superato le decine di metri all’anno; sulle Alpi Centrali preoccupa lo stato di salute del grande ghiacciaio dei Forni che, con un’estensione areale di circa 11 km2, è il più esteso in Italia dopo quello dell’Adamello. Il ghiacciaio dei Forni mostra oggi una fronte appiattita e coperta di detrito, crepacciata, con fenomeni di collasso e cavità in ghiaccio. Ma i ghiacciai si dimostrano anche sensibili testimoni della qualità dell’aria: preoccupa a tal riguardo la presenza ad alta quota del fenomeno del black carbon, costituito da polveri derivanti dall’inquinamento atmosferico di origine antropica proveniente da incendi e da inquinanti che arrivano dalla pianura. Questa componente fa sì che il ghiacciaio fonda più rapidamente. La presenza di black carbon, di tracce di microplastiche e di vari inquinanti, come su tutti i ghiacciai del pianeta, è un altro lampante segnale dell’invadenza dell’impatto antropico sulla terra.

“Con i dati raccolti in questo report e con la campagna Carovana dei ghiacciai – spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – abbiamo voluto evidenziare in maniera concreta e tangibile gli effetti che il riscaldamento climatico sta già avendo anche sul nostro Paese e sui ghiacciai alpini. Per questo occorre agire adesso e al più presto, senza perdere altro tempo, se non vogliamo che il riscaldamento climatico produca effetti devastanti e irreversibili sui territori alpini. Un appello che rilanciamo nuovamente al Governo a pochi giorni dal quinto anniversario dalla firma degli Accordi di Parigi. Occorre mettere in campo misure e politiche ambiziose sul clima con lo scopo di arrivare a emissioni nette pari a zero al 2040, in coerenza con l’Accordo di Parigi, ed è urgente definire approfonditi piani di gestione ed adattamento, risultato di politiche e di investimenti che sappiano valorizzare il grande lavoro di studio che si sta producendo sulla montagna al fine di tradurlo in strategie concrete volte ad aumentare la resilienza delle popolazioni e del territorio”.

Legambiente presenta un pacchetto di dodici proposte per affrontare i cambiamenti climatici in montagna chiedendo in primis di approfondire le ricerche sulle variazioni dei ghiacciai e del permafrost.

Per leggere le dodici proposte di Legambiente andare all’articolo completo al primo link.

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