Giornata mondiale dell’acqua, “Acqua e Lavoro” il tema 2016

Il 22 marzo si celebra la Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day) e il tema specifico dell’edizione 2016 “Acqua e Lavoro” invita a riflettere sul rapporto tra risorse idriche e creazione di posti di lavoro.

La Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day) è una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 e cade il 22 marzo di ogni anno. In tale data gli Stati che siedono all’interno dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sono invitati a promuovere attività concrete nei loro rispettivi Paesi a favore dell’acqua e per sensibilizzare alla riduzione dello spreco.

L’edizione di quest’anno è dedicata a un tema particolarmente importante “Acqua e Lavoro” ossia al il ruolo centrale che l’acqua svolge nella creazione di posti di lavoro in una prospettiva di sviluppo sostenibile. Il tema si inserisce, infatti, nelle risoluzioni da adottare dopo la conferenza mondiale sul clima, COP 21, che si è svolta a Parigi nel dicembre scorso.

La giornata mondiale dell’acqua è soprattutto un invito a consumarla consapevolmente. Perché l’acqua potabile è un bene prezioso cui ancora quasi 750 milioni di persone non hanno accesso. Oltre alle comunità dell’Africa Sub Sahariana, l’acqua è un lusso per 112 milioni di cinesi e 92 milioni di indiani. Il problema riguarda però tutti, perchè le riserve si stanno riducendo velocemente: il 20% delle falde è infatti sovrasfruttato e, se si procede di questo passo, tra 15 anni la Terra si troverà ad affrontare un calo del 40% della disponibilità d’acqua dolce. Il collasso, si legge nel rapporto delle Nazioni Unite, si evita solo con interventi sostanziali nella gestione di questa risorsa, anche in vista della crescita della popolazione globale da dissetare e sfamare.

Le cifre snocciolate dall’ONU portano a una sola conclusione: i consumi, soprattutto agricoli ed energetici, sono insostenibili e rischiano di assetare ancora di più il Pianeta. Da qui al 2050 la domanda d’acqua aumenterà nel mondo del 55%. Per quella data l’agricoltura, che già usa il 70% dell’acqua dolce disponibile, dovrà dare all’uomo il 60% di cibo in più.

I prelievi di acqua per la produzione energetica rappresentano il 15% del totale e potrebbero salire al 20% nel giro di 20 anni. In 50 anni, tra il 2000 e il 2050, la domanda d’acqua da parte dell’industria manifatturiera è prevista in aumento del 400%. Di fronte a questi dati è chiaro che serve un ripensamento complessivo. In agricoltura è necessario migliorare le tecniche di irrigazione, ridurre gli sprechi e aumentare la produttività delle colture, evidenzia l’ONU.

Sul fronte energetico serviranno sistemi più efficienti di raffreddamento degli impianti e una crescita della produzione da fonti rinnovabili come eolico, solare e geotermico. “L’acqua è legata in modo indissolubile a cambiamento climatico, agricoltura, sicurezza alimentare, uguaglianza, salute, parità di genere ed educazione”, scrive Michel Jarraud, a capo di ONU-Acqua e segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale. “C’è già un consenso internazionale sul fatto che l’acqua e i servizi igienico-sanitari siano essenziali per raggiungere molti obiettivi di sviluppo sostenibile. Questo report è fondamentale per capire il ruolo dell’acqua nell’Agenda post-2015 per lo sviluppo”.

Se la situazione mondiale è allarmante, quella italiana non è rosea. Il prelievo nazionale di acqua potabile, dice l’ISTAT, arriva a 9,5 miliardi di metri cubi, di cui l’84,8% da acque sotterranee. L’acqua che esce dai rubinetti è tendenzialmente di buona qualità, rileva l’Enea, ma “restano da sciogliere nodi come il gran numero di gestori, l’elevata dispersione della risorsa nelle reti di distribuzione e le alte concentrazioni di elementi potenzialmente nocivi come arsenico e fluoro in alcune aree del Paese”.

Fonte: RAI News

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