L’idea di fondo è di istituire il “giorno della gente” per fare qualcosa per prendersi cura della Terra. Quel “qualcosa” può essere focalizzato localmente, a livello nazionale o globale; può essere un’azione di un solo individuo o coinvolgere una moltitudine di persone. Ognuno è libero di scegliere, l’importante è agire.
Il tema scelto è forse uno dei più urgenti e preoccupanti degli ultimi anni e riguarda l’inquinamento dei mari e degli oceani, messi sempre più a dura prova dalla plastica. Come ha messo in evidenza l’Unep, ogni anno vengono riversati negli oceani ben 8 milioni di rifiuti plastici e questi non fanno che inquinare e distruggere tutti gli habitat sottomarini. L’acqua è una fonte di vita e in quanto tale deve essere trattata: il consumo di plastica non fa altro che devastare gli oceani e uccidere intere specie. Siamo tutti abituati ad utilizzare i sacchetti di plastica (che fortunatamente sono sempre più spesso sostituiti da quelli biodegradabili) ma non è solo questo il problema. Ogni minuto, nel mondo, viene acquistato 1 milione di bottiglie di plastica e solo una piccolissima parte viene riciclata.
ARPAT, in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente 2018, ha realizzato un video sulle sue attività in tema di rifiuti spiaggiati e microplastiche.
Per leggere l’articolo “Plastica: se non puoi riusarla, rifiutala!” di ARPAT e vedere il video andare al secondo link.