Le azioni di lotta all’inquinamento da plastica caratterizzano la Giornata mondiale per l’ambiente di quest’anno. Una guida pratica dall’UNEP fornisce alcuni suggerimenti utili su come tutti possano far parte del movimento globale per risolvere la crisi dell’inquinamento da plastica.
Il 5 giugno 2023 ricorre la Giornata mondiale per l’ambiente, iniziativa globale promossa dal Programma delle Nazioni unite per l’ambiente per ricordare l’importanza di preservare il pianeta, lo slogan di quest’anno è #BeatPlasticPollution e tutte le attività si concentreranno alla lotta all’inquinamento da plastica.
La giornata offre l’opportunità di riflettere sulle questioni ambientali e di promuovere azioni concrete, con la consapevolezza che la salvaguardia dell’ambiente è una responsabilità anche e soprattutto verso le generazioni future.
Un futuro amico dell’ambiente deve muoversi verso un’economia circolare nella quale ognuno può fare la sua parte. I governi possono catalizzare il cambiamento su scala globale, regionale e locale guidando il cambiamento, introducendo leggi per ridurre la produzione di plastica non necessaria, incentivando pratiche commerciali sostenibili e investendo in migliori infrastrutture per la gestione dei rifiuti. Gli investitori possono invece svolgere un ruolo chiave nella mobilitazione dei finanziamenti e nella definizione di standard affinché le imprese e le industrie abbandonino la dannosa produzione di plastica avvicinandosi a economie circolari sulla plastica. Le azioni individuali e comunitarie infine costituiscono la base del cambiamento sistemico necessario per la transizione verso un’economia meno dipendente dalla plastica. Le ONG, le organizzazioni religiose e i gruppi comunitari rappresentano una potente fonte di cambiamento nel mondo e i singoli individui possono orientare le proprie scelte per guidare il cambiamento.
Sebbene la plastica abbia molti usi preziosi, l’uomo è diventato dipendente dai prodotti in plastica monouso, con gravi conseguenze ambientali, sociali, economiche e sulla salute.
In tutto il mondo, ogni minuto vengono acquistate un milione di bottiglie di plastica, mentre ogni anno vengono utilizzati fino a cinque trilioni di sacchetti di plastica. In totale, la metà di tutta la plastica prodotta è progettata per scopi monouso, utilizzata solo una volta e poi gettata via.
Le materie plastiche, comprese le microplastiche, sono ormai onnipresenti nell’ambiente naturale e stanno diventando parte della documentazione fossile della Terra e un indicatore dell’Antropocene, la nostra attuale era geologica e hanno persino dato il nome a un nuovo habitat microbico marino chiamato “plastisfera”.
Se dagli anni ’50 agli anni ’70 è stata prodotta solo una piccola quantità di plastica e di conseguenza i relativi rifiuti erano relativamente gestibili, negli anni ’70 e ’90, la produzione di rifiuti di plastica è più che triplicata riflesso di aumento della produzione di materiali plastici. All’inizio degli anni 2000 poi la quantità di rifiuti di plastica generati è aumentata di più in un solo decennio rispetto ai 40 anni precedenti. Attualmente si generano circa 400 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica ogni anno.
Dagli anni ’70, il tasso di produzione della plastica è cresciuto più rapidamente di quello di qualsiasi altro materiale e se le tendenze di crescita rimarranno invariate si prevede che la produzione globale di plastica primaria raggiungerà i 1.100 milioni di tonnellate entro il 2050. Preoccupante soprattutto lo spostamento verso prodotti in plastica monouso, articoli che dovrebbero essere gettati via dopo un solo breve utilizzo.
Circa il 36% di tutta la plastica prodotta viene utilizzata negli imballaggi, compresi i prodotti in plastica monouso per contenitori per alimenti e bevande, di cui circa l’85% finisce in discarica o come rifiuto non regolamentato. Inoltre, circa il 98% dei prodotti in plastica monouso sono prodotti da combustibili fossili o materie prime “vergini” e si prevede che il livello delle emissioni di gas serra associate alla produzione, all’uso e allo smaltimento delle plastiche convenzionali a base di combustibili fossili crescerà fino al 19% del bilancio globale del carbonio entro il 2040.
Il rapporto “Turning off the tap. How the world can end plastic pollution and create a circular economy” (Chiudere il rubinetto. Come il mondo può porre fine all’inquinamento da plastica e creare un’economia circolare) dell’UNEP esamina i modelli economici e commerciali necessari per affrontare gli impatti dell’economia della plastica.
Il rapporto propone un cambiamento di sistema per affrontare le cause dell’inquinamento da plastica, combinando la riduzione dell’uso non necessario della plastica con una trasformazione del mercato verso la circolarità della stessa. Ciò può essere ottenuto accelerando tre cambiamenti chiave basati sul: riutilizzo; riciclo; riorientamento e diversificazione.
Passare quindi dall’economia dell’usa e getta alla società del riutilizzo in cui il riutilizzo di prodotti in plastica abbia economicamente più senso che buttarli via; accelerare il mercato del riciclaggio della plastica garantendo che il riciclo diventi un’impresa più redditizia; spostare il mercato verso alternative di plastica sostenibili che riorienteranno la domanda dei consumatori.
Il rapporto evidenzia le soluzioni già disponibili e spiega come un cambiamento di sistema, sostenuto dai necessari strumenti normativi, comporterà una serie di benefici economici e ridurrà i danni alla salute umana, all’ambiente e al clima.
Fonte: SNPA
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