Gli inquinanti ambientali all’origine di oltre il 10% dei casi di cancro in Europa

DoRS analizza l’impatto dei principali inquinanti in relazione ai casi di cancro in Europa e presenta le misure di prevenzione messe in campo dall’Unione europea. Lo studio prende come spunto di partenza il report pubblicato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente “Beating cancer. The role of Europe’s environment”.

L’Agenzia Europea dell’Ambiente ha pubblicato il report “Beating cancer. The role of Europe’s environment” che dimostra come alcuni inquinanti (come inquinamento atmosferico, fumo passivo, radon, raggi ultravioletti, amianto) siano dall’origine di oltre il 10% di tutti i casi di cancro in Europa.
DoRS, Centro regionale di Documentazione per la Promozione della Salute della Regione Piemonte presenta il punto sull’impatto dei principali inquinanti e sulle misure messe in campo dall’Unione europea contro il cancro e l’inquinamento.

L’inquinamento atmosferico provoca circa il 2% del totale dei decessi per cancro in Europa. La percentuale di decessi per cancro al polmone attribuibile all’inquinamento atmosferico è molto più alta, con una stima prudente del 9% e una più probabile di circa il 17%. Inoltre l’esposizione al particolato, uno dei principali inquinanti atmosferici, può causare a lungo termine leucemia negli adulti e nei bambini.
Anche il radon e i raggi ultravioletti contribuiscono in misura significativa all’incidenza dei tumori in Europa: l’esposizione al radon in ambienti chiusi è correlata al 2% di tutti i casi di cancro e al 10% dei casi di tumore al polmone, mentre le radiazioni ultraviolette naturali potrebbero essere la causa del 4% del totale dei tumori.
L’esposizione al fumo passivo può aumentare il rischio generale d’insorgenza di tumori fino al 16% nelle persone che non hanno mai fumato. Il 31% circa degli europei è esposto al fumo ambientale da tabacco (in casa, sul lavoro, nel tempo libero, negli istituti scolastici o in ambienti pubblici).
Alcune sostanze chimiche utilizzate nei luoghi di lavoro e rilasciate nell’ambiente sono cancerogene e contribuiscono a provocare tumori in specifici organi bersaglio. Secondo le stime di un’indagine dell’EU-OSHA sui fattori di rischio dei lavoratori in Europa, il cancro causa il 53% di tutti i decessi lavoro-correlati. Pertanto, la disponibilità di dati attendibili sull’esposizione ai fattori di rischio del cancro sul luogo di lavoro è fondamentale per la sicurezza e la salute dei lavoratori. MATline – la banca dati sul rischio cancerogeno in ambienti di lavoro curata da DoRS, consente l’accesso a schede che riportano una sintesi aggiornata delle principali informazioni relative a circa 800 sostanze chimiche cancerogene; a ogni sostanza sono associati gli organi bersaglio per i quali la bibliografia riporta una correlazione causale e le specifiche attività lavorative dove la sostanza può essere presente.
L’esposizione ad amianto è associata al mesotelioma e a tumori polmonari, della laringe e delle ovaie. L’UE l’ha bandito nel 2005 (in Italia già nel 1992 con la Legge 27/3/92 n° 257: Superamento dell’uso dell’amianto) ma l’amianto è ancora presente in edifici e infrastrutture, con conseguente esposizione dei lavoratori impegnati in attività di ristrutturazione e demolizione. Inoltre, i tumori continuano a manifestarsi molti anni dopo l’esposizione; secondo le stime, l’amianto è responsabile del 55-88 % dei tumori al polmone di origine professionale.

L’UE ha messo in campo misure contro il cancro e l’inquinamento. Il piano europeo di lotta contro il cancro riconosce il ruolo dei rischi ambientali e professionali nel favorire l’insorgenza di tumori e le potenzialità insite in strategie efficaci di prevenzione per salvare vite umane. Il piano si pone l’obiettivo di ridurre l’inquinamento atmosferico e idrico e, quindi, l’esposizione umana all’inquinamento ambientale nonché gli effetti sulla salute, tra cui l’incidenza dei tumori di origine ambientale e professionale.
L’UE ha già adottato misure rigorose in materia di inquinamento atmosferico con la direttiva sugli impegni nazionali di riduzione delle emissioni e con le direttive che stabiliscono standard di qualità dell’aria per l’Europa. La Commissione europea ha avviato una revisione di tali direttive con l’obiettivo, tra l’altro, di allineare gli standard di qualità dell’aria ai più recenti orientamenti indicati dall’OMS.
La strategia in materia di sostanze chimiche sostenibili mira a vietare l’uso delle sostanze più nocive, incluse quelle che provocano il cancro, e a promuovere il ricorso a sostanze chimiche che siano sicure e sostenibili fin dalla progettazione. Dal 2006 il regolameno REACH dell’Unione europea ha lo scopo principale di migliorare la protezione della salute umana e dell’ambiente dai rischi che possono derivare dalle sostanze chimiche.
Per quanto riguarda il radon, la direttiva sulle norme fondamentali di sicurezza ha introdotto requisiti giuridicamente vincolanti per la protezione dall’esposizione a fonti di radiazioni naturali, imponendo agli Stati membri dell’UE di istituire piani d’azione nazionali per tale sostanza. Altri interventi dell’UE includono il coordinamento degli sforzi europei per combattere il fumo passivo e la sensibilizzazione in merito ai pericoli dovuti all’esposizione ai raggi ultravioletti.

Fonte: DoRS

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