Greenpeace: rapporto sugli effetti sulla salute delle sostanze chimiche usate in agricoltura

Questo rapporto prende in esame una serie di studi e ricerche – in continuo
aumento – che mettono in luce gli effetti conosciuti o sospetti dei pesticidi sulla
salute umana. Le fasce di popolazione maggiormente esposte e più vulnerabili includono agricoltori e operatori addetti ai trattamenti con i pesticidi e bambini e feti in fase di sviluppo.

Dal 1950 la popolazione mondiale è più che raddoppiata, mentre l’area destinata
alle coltivazioni è cresciuta solo del 10 per cento. C’è un’enorme pressione a
produrre sempre più cibo, a basso costo, su terreni che diventano inesorabilmente più poveri, sempre più privati delle sostanze nutritive.
L’attuale sistema agricolo – intensivo e su scala industriale – si regge sull’impiego abbondante di input esterni come fertilizzanti e pesticidi, sostanze conosciute anche come fitofarmaci, agrofarmaci, antiparassitari.

I pesticidi sintetici sono stati usati in maniera massiccia in agricoltura industriale
a partire dagli anni Cinquanta. Col passare del tempo, a causa del loro uso
diffuso e, in alcuni casi, della loro persistenza, molti pesticidi hanno finito per
accumularsi nell’ambiente. Alcuni, come il DDT e i suoi derivati, si degradano in
tempi molto lunghi e pur essendo vietati da decenni continuano a circolare e a
essere rilevati nell’ambiente.

La persistenza di queste sostanze e i potenziali rischi ambientali hanno favorito una crescita esponenziale delle ricerche sui loro effetti (Köhler e Triebskorn, 2013) che, come è ormai chiaro, sono vari e diffusi. Nello stesso periodo è aumentata anche la conoscenza scientifica sugli effetti dei pesticidi per la salute umana. Gli studi rivelano associazioni statistiche tra esposizione e aumento del rischio di sviluppare disabilità, disturbi neurologici e al sistema immunitario, alcuni tipi di cancro.

Dimostrare che l’esposizione a un determinato pesticida è la causa di una malattia
presenta varie difficoltà. Anzitutto perché non esistono fasce di popolazione
totalmente non esposte ai pesticidi, e in secondo luogo perché la maggior parte
delle malattie non è causata da un singolo fattore, ma da una molteplicità di
fattori che rendono molto complessa l’analisi (Meyer-Baron et al. 2015). Inoltre,
la maggioranza delle persone è esposta quotidianamente a veri e propri mix
di composti chimici (non solo pesticidi) tramite diverse vie di esposizione. E i
pesticidi contribuiscono ad aumentare questo carico di tossicità.

In generale siamo tutti esposti a un cocktail di pesticidi attraverso il cibo che
consumiamo ogni giorno. Nelle aree agricole, dove queste sostanze chimiche
circolano nell’aria quando sono irrorate sui coltivi (il cosiddetto “effetto deriva”), i
pesticidi inquinano il terreno e le acque, e in alcuni casi vengono assorbiti anche
dalle piante a cui non sono destinate (organismi non-target).
In città le persone più esposte sono quelle che vivono nei dintorni delle aree verdi, ma l’uso domestico dei pesticidi può contaminare anche abitazioni e giardini.

Le fasce di popolazione maggiormente esposte e più vulnerabili includono:
– agricoltori e operatori addetti ai trattamenti con i pesticidi, compresi quelli
che lavorano nelle serre, esposti ad alti livelli di sostanze chimiche durante
lo svolgimento delle loro mansioni. Questa vulnerabilità è stata ampiamente
dimostrata dai livelli trovati nel sangue e nei capelli di queste persone;
– bambini e feti in fase di sviluppo: le donne in gravidanza esposte ai
pesticidi possono trasmettere alcune di queste sostanze direttamente al
feto, particolarmente vulnerabile alla tossicità delle sostanze chimiche.

In generale i bambini sono più a rischio degli adulti poiché il loro tasso di esposizione è maggiore, per esempio a causa dell’abitudine di toccare le superfici e di portarsi le mani alla bocca. Anche dimensioni e peso corporeo ridotti contano, senza considerare che l’organismo dei bambini ha una capacità inferiore di metabolizzare le sostanze tossiche.
Gli effetti sulla salute registrati nei bambini esposti ad alti livelli di pesticidi durante la gestazione includono ritardi dello sviluppo cognitivo, problemi comportamentali e difetti alla nascita. Esiste inoltre una forte correlazione tra l’esposizione ai pesticidi e l’incidenza dei casi di leucemia infantile.

Fonte: Greenpeace

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