“Le evidenze del contributo dei neonicotinoidi al declino delle api sono maggiori ora di quando venne adottato il bando parziale. Oltre alle api, queste sostanze possono essere plausibilmente legate al declino di farfalle, uccelli e insetti acquatici. Vista l’estensione del danno ambientale è prudente estendere il raggio d’azione dell’attuale bando europeo” commenta Dave Goulson, professore di biologia, considerato uno dei maggiori esperti europei dell’ecologia dei bombi.
“La scienza mostra chiaramente che i neonicotinoidi sono onnipresenti e persistenti nell’ambiente, non solo nei terreni agricoli. Questi insetticidi vengono sistematicamente trovati nel suolo, nell’acqua e nella flora spontanea. L’agricoltura italiana di qualità e l’ambiente vengono danneggiati da queste sostanze; è ora di dire basta, chiediamo al ministro Martina di impegnarsi a nome dell’Italia per l’emanazione di un bando europeo totale e non più parziale” commenta Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura sostenibile di Greenpeace Italia.
Nel 2013 l’Unione europea decise un bando parziale a tre neonicotinoidi in seguito alla valutazione dell’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) secondo cui questi tre insetticidi erano pericolosi per le api. Al tempo stesso, l’UE richiedeva ai produttori di fornire ulteriori evidenze sugli impatti di queste sostanze: sulla base di questi studi, l’EFSA ha confermato, nel novembre 2016, che tutti gli usi autorizzati di imidacloprid (prodotto da Bayer) e clothianidin (Bayer, Sumitomo, Chemical Takeda) pongono un elevato rischio o che questo non può essere escluso. Nel caso del thiamethoxam, la Syngenta non ha fornito gli studi addizionali richiesti per prendere in considerazione l’eliminazione del bando.
Per leggere la sintesi del rapporto (in italiano) e il rapporto integrale (in inglese) andare al secondo link.